Iniziato il dieci marzo scorso, il mese sacro del Ramadan anche quest’anno ha coinciso con la Quaresima, diventando occasione per un cammino comune tra cristiani e musulmani della nostra città e non solo, fratelli di fede diversa, ma che, dentro questo tempo forte, si ritrovano a vivere in modo similare.
“Ti racconto il Ramadan?” è il progetto educativo di Volere Volare, che dentro il tempo della Quaresima e del Ramadan, intende perseguire molteplici obiettivi, quali una maggiore e migliore conoscenza di usi, costumi e riti delle due religioni, cristiana e musulmana attraverso laboratori, attività, testimonianze, incontri. Muove il progetto anche il desiderio di far sentire i nostri fratelli musulmani ben integrati nella comunità cristiana in cui si trovano a vivere e quello di cogliere questo tempo come una opportunità per poter coniugare concretamente dentro i nostri contesti sociali e cittadini quanto professiamo nella nostra fede.
Il progetto articolato in cinque attività, una a settimana, ha sviluppato alcuni punti e tematiche fondamentali sia per noi cristiani, che per i musulmani: il digiuno, la carità, la preghiera, le usanze o tradizioni. La lettura di alcuni racconti tratti dal libro “Storie e racconti della buonanotte del Ramadan per bambini”, ci ha permesso di aprire l’attività con una breve condivisione di idee tra i bambini, contestualizzare e veicolare la tematica o il messaggio sul quale abbiamo voluto riflettere e renderlo concreto con i laboratori.
Il progetto ha avuto inizio con un laboratorio creativo attraverso il quale i bambini hanno realizzato la lanterna, fannous in lingua araba, uno dei simboli del Ramadan che indica la luce che illumina il cammino, le fragilità, la gioia di essere insieme e che rende più forti. La luce è anche la sapienza che rende tutti più consapevoli di vivere in una società multiculturale in cui l’accettazione può nascere solo dalla conoscenza reciproca, perché attraverso di essa possiamo intercettare le tante affinità che ci legano e ci accomunano, anziché le diversità che dividono. Ciascun bambino porta a casa una lanterna con l’augurio di Buon Ramadan, Ramadan Mubarak, e, come gruppo, ne abbiamo donata una ai ragazzi del centro per minori stranieri non accompagnati“Inshallah”, come gesto di vicinanza per i nostri amici.
Il cantiere si veste con lanterne e lune, scritte di buon augurio e un calendario che scandisce ogni giorno di Ramadan e Quaresima attraverso un messaggio che viene letto a inizio pomeriggio, quasi una consegna o un promemoria per vivere bene questo tempo. I messaggi, tratti dal Corano e dalla Bibbia, ci hanno rivelato quante somiglianze e affinità presentano le nostre religioni: il rispetto e l’amore per il prossimo, il perdono, la carità e l’aiuto ai bisognosi, la fratellanza, la preghiera, l’accoglienza del forestiero, sono stati alcuni dei punti su cui entrambi i testi sacri ci hanno permesso anche di rifletter. La lettura dei biglietti è stata una sfida giocosa per i bambini a indovinare da quale libro sacro erano tratti.
Due giovani studentesse musulmane, Ania e Amina, hanno incontrato i bambini per raccontare le loro prime esperienze di digiuno, ma anche come lo vivono e il significato che riveste, dopo aver letto ai bambini i racconti “Il chiaro di luna del Ramadan” e “Il significato del digiuno del Ramadan”. Uno dei cinque pilastri dell’Islam, il digiuno è occasione, anche per noi cristiani, per astenerci da quanto può ferire l’altro, per curare lo spirito e il rapporto con Dio. Seduti a terra in cerchio tra coperte e cuscini, i bambini hanno ascoltato le testimonianze delle ragazze, ponendo domande e curiosità. Con il coinvolgimento delle mamme, abbiamo apparecchiato la tavola dell’Iftar, il momento della giornata in cui, al tramonto, viene rotto il digiuno, con quanto il rito prevede: il te, il latte, i datteri, la frutta, la zuppa, i dolci e tante altre pietanze, diverse da famiglia a famiglia. Hanno completato la tavola, le candele e l’incenso. Questo ha consentitoa tutti noi, soprattutto italiani, di conoscere uno dei momenti importanti che scandiscono la giornata del digiuno durante il Ramadan.
Il digiuno permette di sperimentare la condizione di povertà di chi non ha cibo, acqua, di chi è solo, ammalato. In questo modo possiamo veramente apprezzare quanto abbiamo, ma anche volgere lo sguardo ai fratelli bisognosi. L’aiuto ai poveri, anch’esso uno dei cinque pilastri dell’Islam, durante il mese del Ramadan diventa un aspetto centrale da curare. In seguito alla lettura del racconto “La storia di Hasan e Hussein durante il Ramadan”, i bambini, hanno preparato un biglietto di auguri pasquali per le nonnine della casa di riposo “Giuseppe e Maria Bruno” di Ispica alle quali abbiamo fatto visita per fare compagniae allietare il pomeriggio con canti e sorrisi. Come i piccoli protagonisti del racconto, anche noi abbiamo voluto compiere un gesto concreto di carità, felicissimi di aver potuto sperimentare quanto poco ci vuole a farci prossimi dell’altro.
A ridosso di Pasqua, un pomeriggio di giochi e attività sulla pace con i nostri amici di Inshallah, ci hanno regalato momenti di gioia e fratellanza. Diversi per culture, credo, provenienza, ci siamo ritrovati accomunati dal desiderio di tessere legami di amicizia e ti camminare insieme per costruire una pace duratura.
Come ogni tempo forte, anche quello del Ramadan presenta usanze, costumi e tradizioni che variano da paese a paese. Particolarmente curate sono le tradizioni culinarie: nei giorni che precedono la fine del Ramadan, le donne si dedicano alla preparazione dei tanti dolci tipici da consumare e condividere durante l’Eid al-fitr, la festa che segna la fine del Ramadan. Per conoscere meglio queste usanze, i bambini trascorreranno un pomeriggio assieme alle mamme per cucinare alcuni dolci tipici. La lettura del racconto “La gioia del festival di Eid al-fitr” sarà lo spunto per ascoltare le usanze dei vari paesi da cui i bambini provengono.
La fine dei cammini sarà segnata dalla tradizionale cena che vedrà riunite tutte le famiglie dei bambini del cantiere, assieme ai volontari, nel desiderio di condividere come fratelli la gioia della festa, il desiderio di ritrovarsi, lo scambio di doni. In questo anno segnato tristemente dalla guerra che sta causando la morte di tanti bambini, come realtà dedita alla loro cura, vogliamo cogliere questa occasione per dedicare un momento di preghiera interreligiosa per la pace.
Rinnovo la mia speranza che tutti i cristiani e musulmani possano essere veri promotori di mutuo rispetto e amicizia, in particolare attraverso l’“educazione”. Papa Francesco
Buona Pasqua e Eid Mubarak è l’augurio che vogliamo fare arrivare a tutti, perché il cammino per la rinascita se percorso insieme diventa più costruttivo di ponti generativo di bene.
di Carmeluccia Lorefice