Siamo arrivati all’ultima domenica prima del Natale.
Oggi accenderemo la quarta candela chiamata la candela degli angeli, che ci dà la meravigliosa notizia che portarono ai pastori in quella splendida notte, notte in cui si compì il destino di Maria la donna del sì.
Il brano del vangelo di oggi ci parla di un viaggio, il viaggio che intraprende Maria per raggiungere la cugina Elisabetta ed annunciarle che sarebbe diventata la madre del messia.
Maria nell’incontro con l’angelo ha scoperto che anche la cugina è incinta. Allora decide di scendere in Giudea per essere d’aiuto all’anziana parente, non tanto per essere aiutata ma per aiutare. Anche di fronte al ciclone che ha appena scombussolato la vita (figlio, marito) lei non pensa a se stessa ma vuole aiutare, mettersi a servizio.
Maria non è né delusa ne amareggiata non si fa bloccare dalla paura, reagisce è pronta ad annunciare al mondo quello che le sta accadendo partendo dalla sua famiglia.
Lei che dopo aver ricevuto l’annuncio dell’angelo non rimane a fare ragionamenti a chiedersi com’è stato possibile tutto questo, ma lo accetta e va a dare la notizia alla cugina.
Quello, di cui, oggi l’evangelista ci vuole dare è l’immagine, sono due donne diverse ma uguali: Maria donna che sembra fragile e indifesa, invece mostra tutta la sua forza non solo per se ma ancheper chi le sta vicino. Dall’altra parte Elisabetta che rimane incinta quando ormai non se lo aspettava più, ma il suo cuore non si era chiuso alla speranza.
Le due donne condividono la loro gioia chi per un motivo chi per un altro. Entrambe messe di fronte a grandi novità che gli rivoluzionano la vita non hanno timore, dicono si affrontano l’ignoto ciò che non conoscono affidandosi a Dio, il quale sta lavorando nelle loro vite sta facendo di loro il suo strumento di salvezza.
Le cugine accolgono, sperano e condividono un destino simile. Il filo conduttore comune è credere.
L’augurio che ci facciamo per questa quarta domenica di avvento è che la gioia del natale possa essere condivisa non solo con i nostri familiari, ma con tutti quelli che incontriamo e che hanno bisogno e necessità, ricordandoci sempre che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, nel servire che nell’essere serviti. Preghiamo perché Dio ci dia la forza di aiutare sempre chi ha bisogno di noi proprio come fece Maria.
Io credo, mi fido, ho fiducia.
E credere mi dona gioia, mi dona beatitudine.
Credo nella folle idea di un Dio che, per amore, diventa uomo, uno di noi.
Per perdonare i nostri peccati, come scrivevano i padri della Chiesa latini.
Per farci diventare come Dio, scrivevano i padri della Chiesa d’Oriente.
Per insegnarci a diventare più uomini, aggiungo io.
I ragazzi di 4 elementare
1 commento
Complimenti ragazzi; articolo delicato e molto chiaro .
Maria ed Elisabetta accolgono sperano e condividano un destino simile Il filo conduttore comune è ,però ,credere