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Segni del bene al campo scuola. L’Arsenale della Pace di Torino

da Redazione
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Può un luogo di guerra diventare luogo di pace?

Siamo a Torino in piazza Borgo Dora e qui si trova un luogo chiamato “ Sermig – Arsenale della Pace”.

L’arsenale nasce nel 1580 come fabbrica di polveri da sparo, a seguito di un incendio avvenuto il 26 aprile 1852,  re Vittorio Emanuele II trasformò  la struttura in “Arsenale delle costruzioni di Artiglieria di Torino”. Qui furono prodotte gran parte delle armi usate dall’esercito sabaudo e italiano nelle guerre del risorgimento e nelle guerre mondiali, il trasporto delle armi al fronte veniva facilitato dal treno che passava all’interno della struttura.

Un posto nato come produttore di morte e distruzione oggi è portatore di pace.

È il 24 maggio 1964 quando Ernesto Olivero insieme alla moglie Maria e ai suoi amici crea il  Sermig – Servizio Missionario Giovani. Nasce da un desiderio di Olivero e la moglie in un’ epoca difficile, dove i temi di pace e fede sono sminuiti e non affrontati . I membri del Sermig si incontrano periodicamente nelle loro case, i temi che affrontano sono importanti,  parlano del futuro che già si costruisce dal presente , parlano di aiutare il prossimo.

Più passano gli anni più il Sermig si allarga, sono moltissime le persone che in questi anni si avvicinano a questa realtà , si sente perciò l’esigenza di un luogo più grande , cosi dopo tanti sforzi e anni , Olivero riesce ad ottenere dal comune la gestione dell’arsenale.

“Siamo entrati in quello che era stato l’arsenale militare di Torino, ormai un rudere, il 2 agosto 1983. Entrammo a nome di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, credenti e non credenti. Quando siamo entrati, eravamo un semplice gruppo di ragazzi, molto giovani. Servivano un sacco di miliardi, di energie, di risorse.  Noi non avevamo una lira. Avevamo un sogno…”

“Era un rudere.. migliaia di giovani, adulti, professionisti, gente comune, hanno reso possibile la trasformazione dell’Arsenale condividendo gratuitamente tempo, energie capacità. Una trasformazione durata anni e che continua tutt’oggi perchè i luoghi possano continuare ad accogliere l’imprevisto che bussa alle nostre porte. “(Ernesto Olivero)

Oggi l’arsenale della pace si occupa , di accoglienza maschile, femminile e di rifugiati politici, oltre l’accoglienza un altro aspetto da notare è la salute con il centro medico che vanta di medici specializzati che mettono a disposizione il proprio tempo libero per aiutare coloro che non possono permettersi una visita privata. Inoltre il Sermig ospita anche campi scuola, facendo avvicinare i giovani al mondo del volontariato.

Noi ragazzi del post cresima, abbiamo avuto l’onore di visitare l’arsenale della pace durante il nostro campo. Fin da subito siamo rimasti colpiti dalla storia di questo luogo ma non solo, anche le testimonianze ci hanno reso partecipi di questa realtà. Un luogo cosi puro e bello in cui l’amore e il rispetto sono alla base di tutto. Una realtà che non dovrebbe essere limitata a un suolo luogo ma all’intero mondo.

“L’arsenale della Pace di Torino è stata per me la tappa preferita della nostra esperienza di campo scuola, è un luogo che mi è rimasto nel cuore. Non appena varcate le porte sono rimasto stupito dalla bellezza che il luogo emana, dalla storia narrata sui teli ai lati dell’entrata alla parte di tetto mancante per enfatizzare e ricordare la storia del luogo. Non potevo fare a meno di notare come ci fosse un impegno collettivo da parte di ognuno, come un grande puzzle assemblato negli anni da tanti volontari; persone come noi che hanno deciso di scrivere la storia del nostro paese, trasformando quel luogo cupo e abbandonato in una risorsa umana che andrebbe tutelata il più possibile. Il Sermig sembra quasi fantasia agli occhi di chi non l’ha mai visto e vissuto, un’organizzazione no-profit che aiuta i ragazzi in tutto il mondo nata dalle ceneri di un arsenale… ma è realtà. Una realtà che tutti, dai più grandi ai più piccoli, dovrebbero conoscere e farne tesoro.” (Mariano Tornea)

“Entrando si viene subito attratti dallo spazio verde centrale privo di tetto. Pareti ricoperte per la gran parte da piante rampicanti: mi piace immaginare questo spazio come una porta della speranza che si apre sul cielo. Quello che è il segno e il ricordo di un bombardamento, sembra suggerire che di fronte al male è sempre possibile una via d’uscita e che questa via possiamo trovarla andando a fondo del nostro cuore. Lì giace un enorme potenziale di bontà mista a desiderio e umanità che ci rendono esseri speciali capaci di fare grandi cose. Ecco, il Sermig è questo: un luogo fatto di persone, giovani e adulti, che insieme proiettano ogni giorno lo sguardo al cielo per attingervi la linfa necessaria a farsi carico dei mali del mondo per trasformarli in bene. Una grande macchina fatta da giovani e adulti che si dedica alla cura dell’umanità e della dignità umana troppo spesso ferita e dimenticata, con l’obiettivo di restituire a ogni uomo, donna o bambino la speranza necessaria ad alzare lo sguardo verso il cielo.  Un luogo che Dio ha trasfigurato attraverso un seme piantato nel cuore di Ernesto Olivero e della moglie Maria e che ancora oggi dopo 41 anni continua a trasfigurare vite e ad aprire porte su un pezzo di mondo rendendolo profezia di ciò di cui c’è bisogno: dialogo, cura, pace, accoglienza, integrazione, preghiera, abbraccio.” (Carmela Lorefice – educatrice).

“Arsenale della pace un posto unico e bellissimo dove poter fare volontariato”. (Gianni Calvo)

Maria Carmela Poidomani

I giovani ed educatori Acg SS. Annunziata

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