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La pausa alla Verna. Il deserto e la testimonianza di Fra Giovanni

da Redazione
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Noi ragazzi del Post-cresima insieme agli educatori e a Padre Manlio, siamo stati al Santuario della Verna. Santuario situato in Toscana in provincia di Arezzo esattamente a 1128 metri di altezza. Un santuario dominato da una Croce semplice, un santuario dove il silenzio ha voce e ti commuove. Qui in questo santuario si narra una storia vera, una storia d’amore tra Cristo e Francesco.
Francesco nel 1213 a San Leo (in Emilia Romagna) incontrò il Conte Orlando, che colpito dalla predica del poverello di Assisi, gli donò il Monte della Verna che divenne per lui, luogo di numerosi e prolungati ritiri.
Questo santuario ci ha arricchiti davvero tanto, abbiamo visitato all’interno del santuario le due chiese presenti: La chiesetta di Santa Maria degli Angeli e la Basilica Maggiore.
Ma sono presenti anche altri luoghi all’interno del Santuario e piano piano vi racconterò le emozioni provate ripercorrendo i luoghi amati da Francesco.

La chiesetta di Santa Maria degli Angeli è una chiesetta semplice proprio come la Madonna volle, chiese a Francesco una chiesetta in suo onore, come una seconda Porziuncola. Ed è così che nacque questa chiesetta. Lì ci è stato raccontanto il “mistero” di quel luogo particolare grazie ad una suora che con tanto amore ci ha spiegato la storia di Francesco alla Verna.

Nel piazzale, dopo una discesa di 89 gradini, abbiamo raggiunto il luogo chiamato “Sasso Spicco” dove Spicco significa spaccato. Lì Francesco meditava a lungo la Passione di Gesù, dove gridava piangendo : “Ah , l’amore non è amato, non è amato l’amore”. In codesto luogo una croce in legno è poggiata sulla roccia, e nella roccia milioni di croci incise dai fedeli. Questo luogo ci ha fatto emozionare davvero tanto, ogni giorno dovremmo riflettere su quanto Gesù ha fatto per noi e quanto noi facciamo per gli altri.

Risaliti i gradini, siamo entrati nel corridoio, il corridoio delle Stigmate. Corridoio che collega la Basilica Maggiore con la Cappella delle Stigmate. Da vari secoli tutti i pomeriggi alle 15, la Fraternità Religiosa lo percorre, rievocando il miracolo delle Stigmate, fino ad arrivare dove è avvenuto il miracolo. Questo corridoio non è il “classico” corridoio, ma è speciale perché in 75 metri di parete il pittore Baccio Maria Bacci (Fiorentino) presenta alcune esperienze della vita del Santo che ci fanno riflettere e comprendere meglio l’anima di Francesco.
A metà corridoio, seguendo Don Manlio abbiamo sceso alcuni gradini restando stupiti e increduli. Se guardavamo in alto trovavamo due massi, se guardavamo in basso vedevamo una pietra e tutti con il fiato sospeso quando abbiamo scoperto che era il letto di Francesco. Quando si dice spirito di adattamento, noi che ci lamentiamo se il materasso non è comodo, pensiamo a Francesco che dormiva su una vera pietra. Su una pietra in una specie di caverna, umida e tetra e per giaciglio una pietra.
In fondo al corridoio, invece, scesi alcuni gradini, sul limite estremo di una scogliera, ben fornito di ringhiera, un abisso di 50 metri a picco, il precipizio. Luogo dove Francesco, passava ore in contemplazione e noi da lì abbiamo apprezzato tutto ciò che il creatore ha saputo creare per noi, qui è anche avvenuto un miracolo dove Francesco stava cadendo nel vuoto per colpa del demonio ma la pietra lo ha attratto verso di sé. Il Santo racconta questo fatto così: “Addio, o roccia, che dentro le tue viscere mi nascondesti, rimanendo il demonio deriso”.

Nel cuore del Santuario, si trova la Cappella delle Stigmate, qui in questa parte del bosco, si è svolto un fatto unico, le Stigmate di Francesco. Francesco sapeva che gli restavano solo due anni di vita, glielo disse Gesù nelle sue ultime apparizioni, questo invece di rattristarlo intensificò il suo amore verso Gesù a tal punto di amare Cristo crocifisso. Lui voleva due grazie, la prima è che lui voleva sentire il dolore provato da Gesù e la seconda di sentire l’eccessivo amore che lo ha portato a morire per gli uomini. Gesù gli diede i segni della crocifissione. La cosa che ci ha incantato di più è che Francesco, era un uomo, un uomo come tutti noi. E questo ci fa capire quanto Francesco, il poverello di Assisi, colui che lasciò tutto per Cristo, il mendicante era diventato quel giorno, l’uomo più ricco del mondo, con la sua vita conobbe la vera ricchezza ma soprattutto il vero amore, colui che esso aveva “sposato”, ora aveva fatto capire a Francesco il dolore che Lui aveva provato sulla croce per salvare tutti, l’amore di Cristo per tutti gli uomini, per tutti i peccatori era adesso nelle mani, nei piedi e nel costato di Francesco. Un dolore immenso da lasciarlo a terra, ma da fargli comprendere quanto sia grande l’amore di Cristo per lui e per noi tutti.
Un santuario che fa pulsare il cuore, che crea emozioni forti, che ti lascia senza fiato, che ti converte e ti fa riflettere sulla tua vita e la vita di Francesco, un luogo dove Gesù scendeva per andare a trovare Francesco, un luogo che ti chiama per nome, che ti sceglie e ti cambia, che ti chiama a venire e non senti la fatica mentre sali, un luogo che ti incanta immerso nella natura, dove il cielo sembra baciarsi con la terra, un punto di incontro, un posto dove la preghiera è la cosa più importante e soprattutto un posto dove fare il deserto.
Eh sì, noi ragazzi del post-cresima della SS.Annunziata abbiamo avuto questa enorme fortuna di poter fare il deserto nel bosco della Verna. Momenti bellissimi, che noi ragazzi ricorderemo per tutta la vita, non si può scordare la Verna e quanto abbiamo fatto lì.

Là dove il vento faceva muovere le foglie, creando suoni naturali bellissimi, natura incontaminata, dove lì l’uomo ancora oggi và per sentire la storia di questo amore possiamo dire con certezza che questo luogo ci ha dato una grande lezione di vita e che tramite il deserto e la parola di Dio che abbiamo ascoltato in ognuno di noi ha lasciato un segno.
Proprio come ha lasciato il segno, una testimonianza, la testimonianza di Fra Giovanni. Un frate davvero semplice e allegro e con una risata davvero contagiosa. Fra Giovanni ci ha spiegato come il Signore lo aveva chiamato e di come aveva iniziato questo suo cammino. Lui era fidanzato, lavorava ma decise di abbandonare tutto ciò per seguire Gesù. Fra Giovanni ci ha spiegato la classica giornata di un frate, la professione dei voti e del suo passato, che ci ha fatto capire che quando una persona è arrabbiata con tutto e tutti dovremmo parlare con questa persona e cercare di comprendere il perché è così, invece di accusarlo.

Una grande lezione quella di Fra Giovanni, che nonostante il suo triste passato ci ha insegnato che anche le cose più brutte vanno raccontate col sorriso e senza perdersi d’animo mai. Fra Giovanni resterà nei cuori di ognuno di noi per sempre e speriamo che rivenga a Ispica a vedere la nostra amatissima Annunziata. Subito dopo la testimonianza, insieme a Fra Giovanni, che ci raccontava il suo incontro con Gesù, abbiamo festeggiato insieme, un altro incontro molto speciale, un incontro che è stato subito amore e l’amore ha unito due nostri educatori, Sebastiano e Daniela che hanno festeggiato il loro diciassettessimo Anniversario di matrimonio, insieme a noi ragazzi, al figlio Michelangelo, Don Manlio e Fra Giovanni.
Alla Verna il campeggio sembrava già finito, sembrava che avevamo già visto tutto, ci sentivamo pieni dentro, potevamo già tornare a casa e invece eravamo ancora solo al secondo giorno di campeggio.

di Gianni Calvo

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