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“Con sguardi beati”, il nostro campo scuola invernale

da Redazione
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“Con sguardi beati” è stato il titolo del campo scuola invernale che dal 2 al 4 gennaio 2023 ha visto coinvolti i ragazzi di prima, seconda e terza media della SS. Annunziata di Ispica. La tematica del campo ha messo in risalto tre “punti di vista” attraverso i quali guardare il Natale: lo sguardo dei pastori, lo sguardo dei Re Magi e lo sguardo di San Francesco, una figura diventata molto cara ai ragazzi della nostra parrocchia.
Il campo ha preso il via dalla visita della “Casa don Puglisi” di Modica e della chiesa di “Santa Maria di Betlem“, due luoghi che ci hanno condotto alla lettura del brano evangelico che ha introdotto il tema del campo: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete.” (Lc 10, 21-24). Un momento itinerante, questo, che ha avuto in sé la forza dell’annuncio in un luogo inaspettato, proprio a voler ricalcare la metodologia della chiamata di Dio mentre si è intenti a fare altre cose, nel nostro caso una passeggiata a Modica.

La catechesi pomeridiana del primo giorno è stata incentrata sullo sguardo dei pastori, gente  emarginata al tempo di Gesù; ciò ha trovato attualizzazione nell’emarginazione che vivono i ragazzi vittime di bullismo.
Il secondo giorno abbiamo guardato con gli occhi dei Re Magi, per meditare su quale “stella” abbiamo scelto di seguire e che, a volte, può farci smarrire il cammino: abbiamo, dunque, riflettuto sulle dipendenze (da cellulare e da stupefacenti) e sugli idoli che possono “orientare” in modo errato la nostra vita. Il terzo giorno i nostri occhi sono stati quelli di San Francesco nel presepe di Greccio.

Molto toccanti sono stati i momenti di preghiera serali a tema che si sono svolti nella cappella durante i quali i ragazzi hanno impersonato i pastori e i Re Magi in adorazione del Bambinello.

Vi condividiamo alcune riflessioni dell’esperienza vista attraverso gli occhi e lo sguardo dei ragazzi.

“Di questo campo invernale mi sono piaciute molte cose, ma in modo particolare i momenti quando ci ritrovavamo tutti insieme la sera in cappella per il momento di preghiera, quando discutevamo nel salone della casa scambiandoci le emozioni che provavamo e come il nostro sguardo stesse cambiando durante quella esperienza indimenticabile.

Questi 3 giorni sono passati velocemente e pur avendo avuto così poco tempo il mio sguardo è cambiato molto perché guardare con occhi grandi, o meglio, con occhi beati è un dono che ci ha dato Dio per portare la sua Parola a chi è lontano dalla chiesa, a chi è triste e a chi si sente solo.

Durante questo campeggio abbiamo trattato altri argomenti che non bisogna trascurare cioè il bullismo, la droga e quello che causa sui giovani e la dipendenza da smartphone; tutti questi argomenti ci hanno fatto riflettere su quello che ci circonda e che a noi potrebbe sembrare un fatto lontano dalla nostra città, ma non ci accorgiamo che pure i ragazzini dai 14 anni in su cominciano a farne uso a causa di problemi familiari o altre cose che provocano dolore in questi ragazzi. Io sono riuscito a capire che il mio sguardo era cambiato solo da come guardavo ciò che mi trovavo attorno e capivo quello che era bene per me e per gli altri e quello che era male e ci poteva far stare male quindi da evitare.

Questo campo invernale è stata un’esperienza che rifarei volentieri e mi è piaciuto tutto di come abbiamo vissuto queste giornate tutti insieme condividendo esperienze e opinioni che ci hanno fatto diventare più maturi e più attenti a questi fatti che succedono; spero che questa esperienza si potrà riproporre perché mi ha fatto riflettere molto e mi piacerebbe rifare questo campo.” (Armando Gambuzza, 2^ media)

“La cosa più bella di questo campo invernale sono state le amicizie che ci hanno accompagnato in un’esperienza bellissima e indimenticabile. Dopo aver parlato, ascoltato e visto con “occhi beati” il mio sguardo è cambiato. Oggi vedere con occhi beati significa vedere con felicità e osservare diversamente qualcosa. Per esempio, il nostro modo di vedere il telefono è cambiato e abbiamo capito che anche non usandolo si sta benissimo perché ci fa approcciare a nuove conoscenze creando anche relazioni fra noi.” (Alessia Belluardo, 2^ media)

“Per me il campo è stato bellissimo e non solo perché è stata la prima volta in tutta la mia vita che partecipavo ad un campo ma anche perché mi sono trovata mooolto bene.
La nostra prima tappa è stata la casa “Don Puglisi”;  questa visita mi ha fatto molto piacere perché grazie ad essa ho notato che le persone in difficoltà nel mondo sono tante ed ho apprezzato molto il fatto che si aiutino tutti tra di loro, questo mi ha fatto capire che c’è ancora un po’ di speranza negli esseri umani.
Ho imparato nuove cose da questo campo, come il fatto che i neuroni nel cervello bruciano veramente ad ogni utilizzo che si fa delle droghe, oppure come gli altri ragazzi fanno utilizzo del cellulare.
Mi è piaciuto molto il fatto che ognuno si sia aperto, raccontando la propria esperienza personale sul bullismo e mi sono sorpresa quando ho visto che erano molti in un gruppo di soli 40 ragazzini. Da questa cosa ho capito che il bullismo sta dappertutto, alcune volte anche sotto ai nostri occhi senza che noi ce ne accorgiamo.
Una delle attività che mi è piaciuta di più è stata quella di scrivere in bigliettini anonimi la nostra paura più grande che vogliamo nascondere alla gente, per poi leggerli tutti; da questo ho capito che non siamo gli unici ad avere delle insicurezze, ma che invece tutti le hanno. Oltre alle cose che abbiamo fatto tutti insieme con i catechisti, mi è piaciuta molto il fatto che ci lasciavano del tempo libero per noi; infatti è anche per questo che ho fatto nuove amicizie e che ho socializzato molto con quasi tutti all’interno del campo.
A parere mio è stata una bella scelta quella di mettere tutte le medie insieme perché ognuno si poteva confrontare con qualcuno più grande o più piccolo. Grazie a questa esperienza il mio sguardo è decisamente diventato più “beato” e non vedo l’ora di rifare un’esperienza come questa.”
(Marianna Veca, 3^ media)

“Questo campeggio mi è piaciuto molto in quanto abbiamo parlato di argomenti che riguardano noi ragazzi come il bullismo, le droghe e l’abuso del cellulare. Mentre si stava parlando di bullismo alcuni ragazzi, compreso me, hanno raccontato la loro storia personale; è stato bello condividere liberamente le proprie emozioni. Anche le altre attività che abbiamo fatto sono state interessanti. Mi sono reso conto che prima tutti questi argomenti non li sapevo bene; adesso grazie al campeggio ho scoperto nuove cose e quanto è bello stare tutti insieme.” (Lorenzo Guarino, 1^ media)

“Quella del campeggio invernale per me è stata un’esperienza positiva. Oltre a fare nuove conoscenze con i ragazzi della mia età ho avuto l’opportunità di confrontarmi anche con il gruppo di 1ª e 3ª media. Sono stati trattati vari argomenti come per esempio, la dipendenza dal telefono e dalle droghe. Grazie agli argomenti che abbiamo trattato, oggi guardo le persone e le situazioni con occhi beati e sono pronta ad aprire il mio cuore a chi ha bisogno.” (Michela Quartarone, 2^ media)

“Il campeggio invernale è stata un’esperienza che mi ha arricchita e mi ha fatto crescere. Questi giorni sono stati molto costruttivi e sono volati in fretta. Ci sono stati momenti di preghiera e momenti di divertimento. Abbiamo approfondito alcuni temi che riguardano noi adolescenti: il bullismo e la dipendenza dal telefono. Mi è piaciuto molto lo stare insieme in ogni momento e questo ha fatto sì che il mio “sguardo” cambiasse.” (Chiara Sessa, 2^ media)

“Quest’anno per la prima volta noi ragazzi di 1ª, 2ª e 3ª media abbiamo avuto il piacere e la gioia di partecipare al campeggio invernale. Un’esperienza unica e indimenticabile, sia per i momenti di fraternità e di amicizia tra noi ragazzi sia per gli argomenti trattati insieme al nostro carissimo Don Manlio e ai catechisti.
Questi giorni mi hanno insegnato a guardare la realtà con occhi diversi, a dare una mano a chi ne ha bisogno e a sorridere sempre alla vita.”
(Clara Fronte, 2^ media)

“A me del campo è piaciuto tutto: attività, giochi….ecc. In particolare mi è piaciuto stare insieme agli altri e soprattutto quando abbiamo parlato delle dipendenze. Del campo mi porterò dietro il fatto di non usare il telefono per molto tempo e di non prenderlo in continuazione per rivedere le stesse chat e soprattutto mi porterò dietro il fatto di non lamentarmi.” (Giuseppe Avveduto, 1^ media)

“Ciò che mi è piaciuto di questo campo è stato stare tutti insieme prima, seconda e terza media. Mi sono divertita tanto e grazie a questo campeggio ho capito che utilizzo troppo il telefono e che dovrei un po’ allontanarlo.” (Andrea Datcu, 2^ media).

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