Sabato 25 Febbraio, noi ragazzi dell’ ACR di seconda e terza media dell’Annunziata, abbiamo iniziato il cammino di Quaresima in un modo unico ed esemplare: abbiamo vissuto un’ esperienza presso una Casa Famiglia della “Comunità Papa Giovanni XXIII” di Scicli.
La famiglia che ci ha ospitati è formata da Giovanna e Franco e dai loro otto figli adottivi. Essi ci hanno mostrato la loro concreta presenza, l’aiuto e l’affetto che hanno donato nei confronti di questi ragazzi.
Due dei figli di questa grande famiglia vivono ormai da soli e gli altri sei, ciascuno con disabilità diverse, vivono con i genitori.
Appena arrivati sembrava una casa normale, ma non era un’abitazione qualunque… era qualcosa di più grande, di unico.
Loro vivono lì da un bel po’ di anni e ci hanno raccontato di cosa si occupa la Casa. Abbiamo ascoltato la testimonianza della mamma di questi ragazzi che ci ha fatto capire tutto lo sforzo e l’amore che lei e il marito hanno dato per mettere su questa bellissima famiglia. Franco e Giovanna hanno dato la loro vita e hanno messo il loro tempo a disposizione dei più bisognosi.
Questa esperienza fantastica mi ha suscitato tante emozioni e mi ha fatto riflettere profondamente sul fatto che certe volte l’egoismo ci porta a chiuderci negativamente influendo sul nostro comportamento e modo di essere.
La mamma Giovanna ci ha detto molte cose che hanno aiutato la loro coppia a raggiungere degli obiettivi che all’inizio sembravano impossibili con i loro ragazzi gravemente disabili, ma pian piano quella paura è diventata solo passato e ora loro non mostrano timore o vergogna nel continuare a rendersi indispensabili per questi ragazzi che li considerano come parte della loro vita.
Il papà, Franco, ci ha detto come ha aiutato la moglie nel far migliorare questi ragazzi; ad esempio lui costruiva mini-attrazioni dove li faceva giocare e divertire così che potessero svilupparsi nel coordinare anche la loro fisicità.
Dei ragazzi ci è stato detto che sono molto aperti e inseriti nella società perché fanno sport e socializzano con gli altri bambini.
Dalla creazione di questa famiglia si sono raggiunti obiettivi che sono rimasti impressi nei genitori, ad esempio quando hanno potuto accogliere Gesù Eucarestia in una piccola cappella in casa; quando il vescovo è andato a fare visita a loro e quando certe volte si trovavano, Giovanna e Franco, in situazioni di tristezza c’erano poi i loro ragazzi che gli tiravano su il morale grazie al sorriso che offrivano loro.
Alla fine abbiamo fatto una preghiera nella cappellina e poi abbiamo condiviso una merenda insieme costituita da tutte le cose che avevamo portato noi.
È stato per me un pomeriggio indimenticabile perché, da ciò che ci hanno raccontato Giovanna e Franco, mi sono stupito e appassionato alla loro storia. Mi ha colpito soprattutto la grande fede costante che hanno avuto dall’inizio fino ad ora.
di Armando Gambuzza – ACR II Media