Home Strada facendo… Permesso, grazie, scusa. Tre semplici parole trasformate in abbraccio

Permesso, grazie, scusa. Tre semplici parole trasformate in abbraccio

da Redazione
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Il 26 e il 27 maggio scorso i ragazzi di quarta elementare si sono accostati per la prima volta al sacramento della confessione o riconciliazione.

Tutto il momento è stato basato su tre semplici parole: Permesso; Scusa; Grazie.

Permesso, prima parola all’ingresso della nostra Basilica: permesso è la parola che usiamo quando stiamo entrando a    casa di qualcuno.Con questo si è voluto simboleggiare che si entrava nella casa di Dio, nostro Padre.  Subito dopo ci siamo accostati al fonte battesimale ricordando in tal modo il battesimo perché è il sacramento che ci ha fatto diventare creature nuove, figli di Dio; ci ha inserito nella Chiesa come pietre vive; ci ha liberati dal peccato originale e santificati con la sua grazia. Ai piedi del fonte un cuore con la scritta seguite la via a cui i bambini hanno accostato dei lumini simbolo della luce che si vuole seguire.

La navata centrale della chiesa è stata disseminata di cuori ai lati dei quali, sono stati posti i dieci comandamenti, la legge che Dio ci ha dato per non perderci lungo la strada della vita.

Attraverso questo percorso, i ragazzi in processione, accompagnati da parroco e catechiste, sono arrivati all’altare dove, hanno  ricevuto il perdono, da parte dei loro genitori in attesa di quello che da a poco avrebbero ricevuto da Dio. In seguito hanno rinnovato le promesse battesimali e infine, dopo un breve e piccolo esame di coscienza fatto insieme, si è arrivati al momento della confessione e del chiedere scusa al Padre per i peccati che irrimediabilmente ognuno di noi compie.

Il momento della confessione tanto atteso ha evidenziato, in ognuno di loro un emozione diversa: chi ha mostrato calma (apparente), qualcuno ansia dichiarata, a qualcuno faceva anche male la pancia, qualcun altro non riusciva a stare fermo, e si potrebbe continuare all’infinito descrivendo per ognuno un sentimento  diverso a seconda del carattere. Una cosa è certa nessuno di loro è rimasto insensibile a quanto si stava celebrandoIn quel momento tutti nella Cappella del Ss.mo Sacramento si sono riconciliati a Dio.

Dopo la confessione è arrivato il momento di ringraziare: Grazie la terza e ultima parola che ha portato i genitori a vestirli (come il giorno del battesimo) della veste bianca/maglietta simbolo della loro ritrovata purezza. Hanno chiesto grazie per essere stati abbracciati dal padre e come nella parabola del padre misericordioso, il figlio viene rivestito dell’abito più bello, alla stessa maniera i nostri ragazzi sono stati vestiti dell’abito della vita nuova, preparato apposta per la loro festa del perdono.

I due gruppi formati da ventiquattro bambini ognuno dei quali, è riuscito a sentire il significato e l’importanza del momento che hanno vissuto. L’emozione dei genitori è stata quasi commovente, affetto, orgoglio, qualche occhio lucido di lacrime, questo è stato il contorno perfetto per un momento già di per se molto forte.

Per non parlare dell’emozione delle tre catechiste che hanno lavorato con eguale passione e impegno senza risparmiarsi, e hanno visto i loro bambini raggiungere il secondo traguardo importante nella vita di un cristiano.

E per ultimo l’emozione del Don, che come un padre, ha accolto tutti questi bimbi con affetto, ha reso ogni confessione un momento di gioia, di dialogo, di affetto puro creando un legame con ogni bimbo che difficilmente si spezzerà.

Ecco queste le prime confessioni, chi non crede fa spallucce davanti a tutto ciò, ma solo chi ha vissuto la gioia di questo sacramento, che è la componente essenziale della vita del cristiano, sa che non c’è nulla da ridere. Anzi la gioia insita in quellabbraccio invisibile che lui ci dona ogni volta che ci accostiamo al sacramento della confessione ci dimostra che non c’è nulla di comico nell’abbraccio misericordioso del Padre.

Le catechiste e i ragazzi di Quarta Elementare

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