La Pasqua è una questione di sguardi: è quest’immagine che don Manlio, il pastore delle nostre due comunità sorelle, ha consegnato dall’ambone all’assemblea dei fedeli durante la celebrazione eucaristica della Domenica di Risurrezione.
Un’altra Pasqua celebrata e vissuta in un tempo rimasto ancora “eccezionale”; una Pasqua che, in una situazione ancora “straordinaria”, non può non far risuonare il suo bell’annuncio in maniera del tutto particolare. Laddove la necessità quasi ci impone di rimandare gli abbracci della convivialità, la responsabilità della speranza del “nuovo inizio” invita con forza a spargere il balsamo di occhi che incoraggiano e confortano. Laddove la dura contingenza non consente alle mani di stringersi, l’annuncio di una “nuova alba” ci spinge a diffondere il profumo di sguardi che accolgono e risollevano.
“Nella speranza siamo stati salvati”. Il Crocifisso Risuscitato è il nome di questa speranza e lo Spirito di Pentecoste ne è il cognome. La sua residenza è il presente delle storie nostre ed altrui che cominciano o ricominciano ad incontrarsi. Il domicilio lo troviamo nei nostri volti che imparano sempre di nuovo a guardare e guardarsi con gli occhi dell’amore secondo la misura del dono del Cristo.
“Io faccio nuove tutte le cose”: questo è l’incredibile biglietto da visita con il quale Colui che ancora si cerca tra i morti bussa senza stancarsi alla porta delle nostre provate esistenze. E beati coloro che una volta apertala lasceranno i loro rassicuranti rifugi e faranno del mondo la loro bella casa da riedificare sulle orme del Signore della vita e del Testimone della promessa che non smette di camminare avanti.
La Pasqua pretende di entrare con la luce del Sole di giustizia a ferire il cuore e la mente, troppe volte miopi e irrigiditi: i sentimenti hanno bisogno di rinvigorirsi e i pensieri di rinnovarsi come sulla via di Emmaus. Solo facendoci provocare da quelle Parole che sono Spirito e Vita lo sguardo potrà cambiare e far cambiare in senso evangelico. Occhi che non giudicano abbattono le distanze; occhi che non si lasciano serrare dalle paure vincono le difese e le resistenze; occhi che scommettono sul dare fiducia e sul ben sperare nonostante tutto aprono orizzonti e moltiplicano le opportunità di riscatto e rinascita.
Lo sguardo dei figli della luce deve avere una marcia in più ed è chiamato a fare la differenza, soprattutto in un tempo difficile e confuso come quello che stiamo globalmente attraversando con grande apprensione e fatica. Il Cristo Risorto vuole fortemente e con pazienza attende di potersi rispecchiare sui nostri volti di valenti apprendisti della speranza; Egli non vede l’ora di poter riconoscere dai nostri volti che apparteniamo alla sua compagnia degli artigiani della speranza che salva. Solo lo sguardo del buon samaritano, di quel padre misericordioso, di chi va oltre le apparenze contrarie, di chi crede alla bontà della creazione, lo sguardo che sa che la speranza non può essere dissolta anche se a volte delusa, soltanto esso può diventare abbraccio che risana, mano tesa che risolleva, opportunità di un nuovo inizio.
La Pasqua, questa Pasqua pretende una nostra maggiore e convinta disponibilità a prendere parte all’impresa improrogabile di ridare la giusta e necessaria prospettiva ai passi esitanti di un’umanità quanto mai provata, di reinfondere vita alle nostre vite sospese.
Lo Spirito Consolatore sarà l’affidabile presenza che ci garantirà che ne vale la pena. Per Lui e con Lui troveremo quel coraggio all’altezza del rischio. Ai destinatari dell’Annuncio la drammatica e decisiva scelta: o camminare insieme per la vita buona e vera o fermarsi, errare e lasciarsi morire. “Io sarò con voi sino alla fine del tempo”. Ritroviamoci tutti sulle strade del mondo a seminare tutto ciò che può far crescere l’amore per la vita buona, la responsabilità per la giustizia e il coraggio della speranza: Cristo ci precede e ci attira a sé.
(nella foto: la virtù della speranza di Giotto)
1 commento
Complimenti carissimo ” Il Cristo Risorto attende di potersi rispecchiare nei nostri volti di valenti apprendisti della speranza che salva .