Oggi pubblichiamo un ricordo del signor Vincenzo Rustico da parte del sig. Tommaso Gregni, presidente della Arciconfraternita della SS. Annunziata servita con amore e devozione dal confratello.
Papa Francesco: “La confraternita è una modalità legittima di vivere la fede, un modo per sentirsi parte della Chiesa. Siate missionari dell’amore e della tenerezza di Dio”. Parole Sante, calzanti per un nostro confratello che lo scorso 14 ottobre è stato accolto nella Casa del Signore: Vincenzo Rustico. Chi non lo conosceva a Ispica? Gran lavoratore all’ufficio postale dove per tanti anni è stato portalettere apprezzato per la conoscenza minuziosa del territorio. Affettuoso marito e padre amorevole verso i figli Rosario e Giuseppe. All’Annunziata era “un personaggio” voluto bene da tutti. Ed era il luogo dove trascorreva gran parte delle sue giornate. Ogni mattina entrava in Basilica dalla porta laterale rivolgendo il primo sguardo sempre in una direzione, verso il Cristo alla Croce. Quel Simulacro a cui è stato devotissimo ed a cui dedicava, specie nel periodo della Quaresima, la sua opera e missione d’amore attraverso la gestione della Casa della Cera votiva della quale diceva: “è la Casa degli ispicesi perché rappresenta i cittadini di Ispica nella gioia, nei dolori, nelle speranze. In quel luogo c’è la storia di ognuno di noi”. Ha sempre colpito la sensibilità di un uomo che, nella semplicità, sapeva esprimere il senso dei sentimenti più profondi di tantissime persone che ogni anno si rivolgevano a Lui per la Cera votiva da portare il Venerdì Santo al Venerato Cristo alla Croce. Un modo concreto con cui esprimeva la sua fede.
Non preoccupandosi mai della differenza d’età, con i più giovani dialogava e, soprattutto, non lesinava incoraggiamenti. M’pa Vicienzu, così tutti lo chiamavano e lo conoscevano, quando discuteva aveva modi particolari di gesticolare, sempre pronto alla battuta e allo scherzo, ma anche a dare consigli utili, poche parole che facevano sempre riflettere.
Come non associare la sua presenza alla rappresentazione “l’Ora del Calvario”. Il terzo chiodo del Crocifisso, tradizionalmente veniva tolto dal sig. Rustico coadiuvato dal suo amico Ciccio Figura. Era un momento atteso da tutti, per il modo unico e inimitabile che emozionava per come interpretava quella parte dolorosa del Calvario. Tre colpi che facevano accapponare la pelle, scanditi con decisione in un intervallo costante e preciso. Con delicatezza sfilava dai piedi di Gesù il chiodo che portava alle labbra per baciarlo tra le lacrime dei presenti in preghiera.
Vincenzo Rustico è stato un confratello esemplare che ha manifestato, nei fatti, il senso di appartenenza all’Arciconfraternita. Quando un confrate veniva chiamato nella Casa del Padre, alle esequie lui non mancava mai. Nel corteo funebre con orgoglio portava il Gagliardetto che rappresentava l’Arciconfraternita e, se qualcuno dei confratelli gli chiedeva se avesse bisogno d’aiuto, con il suo tipico sorrisino e cenno del capo, rispondeva orgogliosamente che fin quando le forze glielo permettevano, sarebbe stato lui a portarlo. Un amore incondizionato all’amata Arciconfraternita di cui faceva parte da più di cinquant’anni e che manifestava con la costante presenza a tutte le assemblee in cui non erano rari i suoi interventi, particolarmente accesi ma garbati e soprattutto con contenuti.
Il prossimo Natale ci mancherà quel passo lento e deciso verso la consegna del premio vinto. Perché il sig. Rustico aveva una gran fortuna al sorteggio di Natale. Tutte le sere, al termine della Novena, ogni qualvolta veniva estratto il numero vincente scandito dal Parroco, la prima cosa che facevamo era quella di guardare proprio lui e capire se fosse stato il vincitore.
L’Arciconfraternita e tutta la comunità ha pianto per m’pa Vicienzu, un brav’uomo che difficilmente sarà dimenticato dai nunziatari a cui ha dedicato una vita intera, con lo spirito del servizio, dell’umiltà e della generosità. Sarà compito di tutti tenere vivo il suo ricordo con la consapevolezza di avere conosciuto una persona per bene. È desiderio dei confrati dell’Arciconfraternita della Santissima Annunziata ringraziarlo per quanto fatto e dedicargli quel luogo a lui tanto caro, in cui sarà sempre viva la sua presenza: “la Casa della Cera Votiva”.
Tommaso Gregni – Presidente dell’Arciconfraternita SS. Annunziata
1 commento
Bellissimo articolo commovente Complimenti