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L’Ora del Calvario 2025. La testimonianza

da Redazione
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Continua la pubblicazione delle testimonianze meditate durante l’Ora del Calvario 2025.

TESTIMONIANZA DI UNA GIOVANE

La mia è una storia molto lunga, ma cercherò di raccontarla brevemente. Ero giovane, più di quanto lo sia adesso, piccola in realtà. Avevo appena iniziato le superiori e come quasi tutti i ragazzi di quell’età, avevo una confusione assurda su tutto, su di me, sulle mie scelte e su chi fossi veramente…

Come penso bazzichi in testa un po’ a tutti durante l’adolescenza, pensai al suicidio, ma in fondo sapevo che non era la cosa giusta da fare, sono una persona troppo orgogliosa per lasciarmi vincere dalla vita. Chiesi quindi ai miei genitori di portarmi da una psicologa, finalmente qualcuno con cui parlare, con cui poter essere me stessa e non sentirmi giudicata. Però un giorno mi ritrovai davanti a qualcosa che cambiò tutto per sempre. Mi avvolse una confusione assurda, sentivo delle voci che mi ricordavano quanto mi odiassi, vedevo me stessa come un’immagine fissa fare qualcosa di orrendo: cose che mi terrorizzavano, mostri di ombre che mi stringevano il petto e si buttavano su di me come per mordermi la testa con quei denti affilati come coltelli… per poi scoprire dopo che ero io che mi tiravo da sola i capelli e, rintanata in un angolo, piena di graffi che mi ero fatta da sola, mi mettevo a piangere e gridare per il terrore. Lo dicemmo alla psicologa che frequentavo, lei disse che era oltre le sue competenze e ci mandò all’ospedale di Modica, dove dissero che andavo ricoverata e curata con altre persone con le mie stesse problematiche. I miei genitori non accettavano questo dolore e decisero di girare per molti altri ospedali, ottenendo scarsi risultati, fin quando ci consigliarono uno psichiatra. Quell’uomo mi fece capire fin da subito che ero un problema, la mia vita stava andando in frantumi ed ero impotente davanti alla cosa, solo lui poteva aiutarmi e mi prescrisse delle pillole, psicofarmaci; mi disse che era normale che fossi un disastro, dato i genitori che mi trovavo, ma ero ancora in tempo per non essere come loro. Prendevo circa 4 pillole la mattina, 6 a pranzo e 5 la sera, avevo sonno di giorno e insonnia la notte, continuavo a mettere peso, tanto che i miei genitori arrivarono a dover coprire gli specchi di tutta la casa, perché la sola vista del mio disgustoso corpo, per me era la miccia di un nuovo attacco di panico. Quei giorni sembravano interminabili, e non sapevo né orari né la differenza tra giorno e notte. Le finestre erano sbarrate per evitare che tentassi di suicidarmi, così come ante dei mobili e la porta di casa per evitare che scappassi per strada.

Non racconterò tutti i dettagli per non annoiare nessuno, ho un’estremamente vivido ricordo di quello che provavo, ma anche dei grandi buchi bianchi nella linea dei ricordi, da quando iniziai con i farmaci, fin quando i miei genitori decisero di farmi smettere di prenderli e consultare un neurologo infantile, che finalmente ci portò verso un lungo periodo di recupero. Quando infine smisi di avere questi attacchi, intorno a me era tutto bruciato e non avevo idea di come fossi arrivata fin lì, avevo tagli sulle braccia e la paura di prendere persino le pillole per il mal di stomaco, ma ci ero riuscita, ero viva e volevo esserlo. Cominciai a ricostruirmi la vita che meritavo e che mi ero guadagnata. Poi una ragazza che conoscevo dalle medie mi invitò a partecipare a degli incontri in parrocchia con il gruppo del “post cresima”, nel quale potevo confrontarmi con giovani della mia età. Il cammino fatto e che sto continuando a fare, mi ha introdotto a nuovi modi di pensare, di vedere me stessa e questo mi fa stare bene. L’esperienza parrocchiale era qualcosa che non mi sarei mai aspettata di provare ed invece eccomi qui, persino a raccontare i miei momenti più bui, grazie alla crescita interiore che sto sperimentando continuando gli incontri.

Ogni tanto ripenso a quei due anni d’inferno, ma non mi fanno più paura, non ho timore a dire chi sono e come lo sono diventata ed auguro a tutti di raggiungere questa sicurezza crescendo. Pensiamo spesso di essere soli e che le disgrazie capitino solo a noi, ce ne vergogniamo, ma non dovremmo perché in ognuno di noi c’è una forza immensa, e lo penso davvero. Per quanto mi riguarda sono riuscita, studiando, a recuperare gli anni persi per questo momento basso della mia crescita; ho accanto due genitori che mi vedono sorridere e che so che farebbero di tutto per me, un fidanzato che mi fa sentire amata e l’incombente peso di essere diventata un’adulta senza accorgermene. E va bene così, è il peso più bello che mi potesse capitare.

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