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“I Trepini”. Tradizioni nunziatare

da Redazione
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A distanza di una settimana dall’importante evento, celebrato l’11 gennaio, l’accoglienza del simulacro del SS. Cristo con la croce restaurato nella sua vara processionale, pubblichiamo una testimonianza – racconto della Prof.sa Sara Piazzese, nostra affezionatissima lettrice e parrocchiana, esperta conoscitrice di tante tradizioni legate alla storia della nostra Basilica e le “devozioni nunziatare”.

Riconosco che è inopportuno, trattare, oggi, questo argomento, riguardante le nostre tradizioni nunziatare, dal momento che la settimana Santa è trascorsa, da quasi un anno, ma i miei 85 anni, mi hanno suggerito di scriverlo lo stesso, perché non certi che domani io mi svegli con la ragione e l’intelletto al proprio posto. Incisivi e convincenti sono stati, tra l’altro, i commenti al mio primo articolo sull’“Antico Monastero” “Tu si a nostra memoria storica – scrivi tutto quello che hai vissuto e che ricordi e tramandacelo”.

Ed eccomi, allora a voi, facendovi dono dei miei ricordi giovanili di “nunziatara DOC”, come sono stata definita da qualcuno e, di cui, vado fiera ed onorata.

Nel cassetto della scrivania di mio padre, Piazzese Antonino, classe 1874, anche lui “nunziataru DOC”, come il padre, Carmelo classe 1819, ho trovato, assieme alla sua tessera della “Arciconfraternita”, un programma sulla settimana Santa del ‘59, riguardante notizie molto importanti sulle nostre tradizioni di “nunziatari” e del tutto diverse dalle attuali.

Come si può notare, in questo documento che allego, la “Caduta delle porte”, anticamente, avveniva sempre il venerdì Santo, ma di pomeriggio, alle ore 16:30.

A mio parere tale funzione, allora, era, sì, sempre commuovente e toccante, ma oggi che avviene alle ore 11:00 di mattina, noto una certa differenza e ti senti percorrere le membra da certi brividi che, non ricordo, mi sia successo 62 anni fa.

Oggi, chiedendo, anche a qualche vecchio “nunziataru”, mi duole, purtroppo, non aver ricevuto notizia riguardante l’anno in cui è avvenuto tale cambiamento, cioè quando la funzione “Ra Scinnuta” è avvenuta di mattina.

Un’altra notizia, altrettanto importante, su cui mi voglio, invece, soffermare un po’, è la funzione dell’“Officiatura delle tenebre”: “i Trepini”.

Questa funzione non è avvenuta sempre il venerdì Santo alle ore 10:00 di mattina, come riporta questo documento del ‘59.

Io ricordo, invece, perfettamente, e ne ho avuto conferma da mio fratello e da un vecchio “nunziataru” e mio compare, Nino Cocciro, che, anticamente, la funzione dell’“Officiatura delle Tenebre” avveniva sempre alle ore 19:00, del mercoledì Santo.

Dicevamo, infatti: “Stasira ci sunu i Trepini” e ricordo anche che, da piccolina, avevo tanta paura di quella funzione.

Durante la celebrazione veniva acceso un grande candeliere di forma triangolare, dove erano disposte 15 candele. Si recitavano dei salmi e, al termine di ogni salmo, il nostro vecchio sacrestano di allora, “Don Tano”, spegneva successivamente uno dei ceri del grande candeliere.

Era un rito imponente e misterioso. Si celebrava la passione di nostro Signore, spogliato di tutte le Sue grandezze e divenuto “L’Uomo dei dolori, un lebbroso” – dice Isaia – “Un verme della terra, non più uomo, un motivo di scandalo per i suoi discepoli”. Tutti si allontanano da Lui: Pietro stesso nega di averLo conosciuto.

Non c’è più nessuno sotto la croce. Non le folle che numerose accorrevano presso il lago per ascoltare la predicazione del “falegname, fattosi profeta”, non i discepoli che lo avevano seguito lungo la Sua missione, non gli amici più intimi, percorsi come pecore senza pastore. Solo la madre rimane, stravolta, perché vede il figlio innocente straziato, ma sta salda nella fede incrollabile. Lei che, pure, in quel momento, potrebbe accusare Dio, l’Assente, il Mentitore, colui che dopo averle dato il figlio della speranza, glielo toglie nel peggiore dei modi. Non c’è più nessuno.

Tale abbandono e tale tradimento, pressocché generale, sono, appunto, figurati nella estinzione dei ceri che stanno nel triangolo e di quelli dell’altare.

Alla fine ne rimaneva acceso solo uno, quello posto al vertice del triangolo che, con la sua luce sempre accesa, ci annunciava la fine dell’“Officiatura delle Tenebre”. Si metteva per un momento tale cero sull’altare, per indicare che esso era come il Redentore sul Calvario, dove soffriva e moriva. Poi, per significare la sepoltura di Gesù, “Don Tano”, nascondeva senza spegnerlo, il cero dietro l’altare tenendolo, così, lontano da tutti gli sguardi e per tutta la recita del Miserere e dell’orazione conclusiva. Pertanto, la luce del cero scompariva e, non solo, venivano spente tutte le luci e, così, al buio pesto, avveniva, improvvisamente, un rumore simile a un terremoto. Un brusio confuso, un rumore assordante, provocato da vari oggetti e da pedate, vibrati contro gli scanni del coro, contro i confessionali in legno, posti ai lati dei pilastri, avveniva, pertanto, dentro la chiesa, immersa nelle Tenebre, per la scomparsa dell’ultima fiammella.

Tale rumore, unito alle Tenebre, esprimeva la convulsione della natura, nel momento in cui, spirava il Salvatore sulla Croce. Il sole all’improvviso era tramontato, il cielo si era oscurato e tutta la terra aveva tremato; le rocce si erano spaccate e si erano aperti i sepolcri. Praticamente si ricordava il terremoto e, quindi, il momento in cui il nostro Signore aveva esalato l’ultimo respiro.

A noi bambini, tutto questo non toccava minimamente perché, non appena la chiesa veniva immersa nelle tenebre, non aspettavamo che, con ansia, questo momento, per unirci agli altri e, rafforzare, così, quel rumore assordante.

Veniva fatto vibrare da “Don Tano” un grosso “trich trach”, proprio quello che, attualmente, viene usato la mattina del Venerdì Santo, per la “Caduta delle porte”, mentre, da noi ragazzini, venivano fatte roteare, energicamente, dei piccoli “trich trach” in legno.

Andavo alla funzione dei “Trepini” assieme ai miei genitori e al mio fratellino più piccolo, ma solo io possedevo il “tric trac”. Ricordo un anno in particolare! A un certo punto, durante quel terremoto, il mio fratellino, privo di “trich trach”, lo toglie con prepotenza ad una bimba che lo teneva soltanto  in  mano,  facendolo  roteare  all’impazzata, naturalmente rimproverato severamente da mio padre. La bambina piange: era Rina Serrentino che aveva la mamma sordomuta e il vecchio papà, soprannominato “Ron Cicciu ru sordi”, che abitava nel ronco Giovanni Nicotera.

Il rumore assordante terminava fino all’apparire del cero che era stato nascosto dietro l’altare, sempre acceso.

In seguito questa funzione delle Tenebre si fece di mattina, come riporta questo documento del ‘59, perdendo il suo fascino, fino a scomparire del tutto. Sarebbe interessante conoscere l’anno in cui tale funzione è terminata. Fortunatamente il mio compare, “Nino Cocciro”, “nunziataru DOC”, ha conservato, gelosamente, il suo “trich trach” da bambino che io voglio sottoporre all’attenzione dei lettori.

Questo documento del ‘59 è stato fatto da me incorniciare, e appeso a una parete delle “Logge”, attuale sede dell’Arciconfraternita, assieme ad altri documenti.

Anche questi, ricordi indelebili!!!

di Sara Piazzese

(In foto: opuscolo Settimana Santa del ’59)

12 commenti

Nicole Caruso 18 Gennaio 2022 - 08:39

Molto interessante ,grazie Prof.ssa Piazzese per aver consegnato, alla memoria di noi più giovani, questa sua testimonianza (corredata da un importante documento )che ci richiama queste funzioni non più in uso legate ai culti della Settimana Santa

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Massimo innorcia 18 Gennaio 2022 - 09:44

Saruzza nostra e vera nunziatara. Da te non possiamo che trarre solo ricchezza, conoscenza oltre all’affetto. Scrivi ancora sulle nostre tradizioni “blu”. Saremo orgogliosi di leggerti. 💙

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Donato BRUNO 18 Gennaio 2022 - 10:08

Grazie Sara. Bravissima narratrice. Continua a scrivere.

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Patrizia goracci 18 Gennaio 2022 - 13:43

Cara Sara dio ti benedica per la tua memoria e la tua abilità a far “vivere” a chi legge gli eventi raccontati da te! Patrizia

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Betta Giacomo 19 Gennaio 2022 - 08:39

Carissima Prof.sa Sara Piazzese,
stimata ” NUNZIATARA”, rappresenti la ” Storia vivente dentro la storia”.
Tributo ed encomio per fede e polidiedricità nel vergare fatti ed avvenimenti
remoti e indimenticabili.
Tuo affezionatissimo ex alunno.

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rosariapiazfz36m 19 Gennaio 2022 - 19:08

Carissimi Nicole Massimo , Patrizia, Donato e Giacomo grazie,grazie tante per il vostro affettuoso,toccante ed eccezionale commento. Si, continuerò a tramandarvi le mie esperienze e le tradizioni nunziatare fino a ragione è intelletto permertenti.Un caloroso abbraccio.

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Stefania Bracchitta 19 Gennaio 2022 - 22:25

Queste testimonianze fanno sí che i giovani d’oggi e non solo, possiamo apprendere ciò che nel passato la gente viveva con tanta fede e che purtroppo mi spiace dirlo, oggi si stà via via perdendo. Un’ abbraccio affettuoso alla Sig.ra Sara

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rosariapiazfz36m 20 Gennaio 2022 - 23:38

Grazie carissima Stefania per aver apprezzato il mio o articolo.Hai ragione, in passato c’era più fede. Ricambio l’abbraccio

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Giovanni Cafiso 21 Gennaio 2022 - 15:34

Sara! Sono molto orgoglioso per quello sei stato e che ancora sei d’essere apprezzata di persone che sanno riconoscere i tuoi valori della tua vita, potere condividere raccontato i tuoi ricordi con chiarezza l’epoca degli anni della tua gioventù e dei tuoi famigliari , mi hai fatto commuovere delle usanze le celebrazioni , la passione Gesù . Un abbraccio

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Giovanni Cafiso 22 Gennaio 2022 - 08:46

Sara sono molto orgoglioso per i ricordi tuoi passati così toccante !! hai dimostrato quello chi eri nei tuoi tempi della tua giovinezza è che oggi hai voluto condividere con quelli non hanno avuto la tua esperienza e con altri hai fatto ricordare l’epoca di ieri è di oggi, ha dimostrato quello che ancora sei apprezzata per i tuoi valori è come hai saputo raccontare con chiarezza facendoci commuovere . Un abbraccio con il cuore tuo ammirabile lettore e amico fraterno Giovanni Cafiso

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Rosa Filppazzo 22 Gennaio 2022 - 09:21

Sara ! ho molto ammirato con tutto il cuore ciò tu ricordi della settimana santa nell’epoca della tua gioventù. Mi hai fatto commuovere per avere rinnovato le memorie . Sicuro oltre me sei entrata nel cuore di tanti . Un abbraccio da vero sincero cuore . Rosa

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rosariapiazfz36m 22 Gennaio 2022 - 18:32

Giovanni e Rosa che dirvi ? Sono rimasta sorpresa e, a dir poco ,emozionata per i vostri toccanti commenti Voi ,che avete trascorso i migliori anni della vostra vita n America e che ,pertanto, non avete tanta dimestichezza con la lingua italiana ,avete avuto l’ardire di scrivermi questi preziosi commenti.Grazie,grazie tante,,soprattutto a te, Giovanni, affezionstissimo amico fraterno della mia infanzia.

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