Si può vivere in pienezza la Resurrezione solo se si passa dal Sabato Santo. Quel giorno gli Apostoli sono rinchiusi nel Cenacolo, non riescono a dialogare tra loro, ognuno mastica la propria delusione, sorseggia ed ingoia la propria amarezza. Tutte le speranze accese sono amaramente spente. La grossa pietra sul sepolcro di Cristo è contemporaneamente un macigno sul loro cuore.
Ora, quante volte anche in noi sposi scende la sera e le delusioni, l’amarezza, il silenzio, il ripensamento prendono il sopravvento sull’amore che ci siamo dichiarati per sempre. Viviamo la sera:
– quando diventiamo schiavi del lavoro e trascuriamo il nostro sposo/a e i nostri figli;
– quando non ci abbandoniamo l’uno all’altro;
– quando non ci accettiamo e i pensieri negativi, di rivalsa e di orgoglio abbondano in noi;
– quando il senso di Dio e il suo Amore si eclissano in noi e prendono il sopravvento altri affetti.
Ma anche per il mesto e oscuro sabato c’è un tramonto: questo avviene se sappiamo guardare oltre la sofferenza, la delusione, lo smarrimento.
È tornata la luce nel cuore di Pietro e Giovanni quando videro la tomba vuota e credettero in quello che Lui aveva predetto per il terzo giorno. È arrivata la luce nel cuore della Maddalena quando, vedendo la pietra sepolcrale ribaltata, ha accarezzato il sogno che forse Lui poteva essere risorto.
Anche noi sposi cristiani, come i discepoli, siamo chiamati a sperimentare la gioia sorprendente della Resurrezione nel momento in cui riusciamo a dare un nome alle nostre pietre sepolcrali.
È la paura di dire quello che proviamo o pensiamo perché temiamo di essere coperti di ridicolo o di perdere la conferma; la paura di non farcela; la cocente delusione che si prova di fronte ad un figlio che ha compiuto scelte diverse rispetto all’educazione ricevuta; l’insicurezza o la difficoltà di prendere decisioni; il sentirci chiusi, freddi e apatici nei confronti del nostro coniuge o delusi dalla nostra relazione.
Noi sposi siamo chiamati ad inoltrarci nel sepolcro che contiene tutto quello che abbiamo escluso dalla nostra vita – che abbiamo rimosso perché troppo spiacevole -non per rivangare ferite subite o inflitte, ma per affrontarle ed andare oltre.
Dio, nella resurrezione di Gesù, ha già aperto questo sepolcro. Entrarvi è rimanere nell’Amore, annunciato da due uomini splendenti di luce che testimoniano Cristo risorto.
È Pasqua per noi sposi quando viviamo nel nostro quotidiano, a volte monotono e ripetitivo, un gesto di apertura, di tenerezza, di perdono, di speranza, di fiducia verso il nostro sposo. Risorgere per la coppia, quindi, è:
– ribaltare le nostre pietre sepolcrali ed avere sguardi nuovi ed orizzonti di vita;
– morire a quella parte di noi stessi bloccata per i nostri timori, i nostri interessi, i nostri egoismi e inaugurare una rinnovata vita di coppia, uscendo dalle nostre radicate abitudini;
– credere che ciascuno di noi è unico ed irripetibile, malgrado i limiti presenti nel nostro coniuge;
– essere capaci di vedere le qualità oltre i difetti del nostro coniuge;
– dare fiducia e rischiare nella fiducia data, anche dopo tante cadute;
– andare oltre i nostri ragionamenti e parlare senza timore dei nostri sentimenti più intimi.
O Signore, fa’ che ciascuna coppia con il reciproco amore manifesti al mondo la bellezza dell’Amore di Dio.
Emanuele e Carmela Sudano
2 commenti
Grazie per questo pensiero che si fa uno con le lostre debolezze, le nostre fragilità …pietre sepolcrali. Il farsi uno proprio di Gesù che non giudica ma che ha a cuore le nostre miserie. Proprio per bruciare le nostre miserie si è fatto uomo, e non aspetta altro che questo dono.
Ma anche per la speranza che da a tutti noi suoi figli.
Grazie!!
Amen