“La croce segno dell’amore di Dio in Cristo per noi”
Il triduo di passione, morte, sepoltura e risurrezione di Cristo è il centro della vita cristiana e anche il centro della vita di coppia. La vita di coppia, infatti, può essere concepita come un passaggio dal Giovedì al Sabato Santo che si apre alla gioia della Pasqua.
Momento centrale e di riflessione del triduo pasquale è sicuramente il Venerdì Santo. La Liturgia del Venerdì Santo affonda nel mistero della morte di Cristo e trova il suo centro nella Croce, luogo in cui Dio si manifesta nell’umana esperienza della morte come segno di salvezza per l’umanità. Il Venerdì Santo è il giorno del dolore e dell’abbandono. L’esperienza della sofferenza segue l’umanità e interessa anche la coppia e la famiglia: quante volte il cammino si fa faticoso e difficile! Quante volte durante la quotidianità coniugale e familiare si sperimenta la solitudine dell’abbandono, l’angoscia per le incomprensioni e le preoccupazioni per il futuro dei figli, per le malattie e per i disagi più disparati. Il Venerdì Santo è il giorno della desolazione che di fronte al dolore non trova risposta, Gesù stesso grida verso il Padre: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mc 15,34). Nelle situazioni di difficoltà di tutti i giorni ci sentiamo abbandonati e spesso anche noi gridiamo: “Perché questa malattia? Perché questa delusione con i figli? Perché questa incomprensione e mancanza di dialogo con mio marito, mia moglie? Perché questo lutto?”.
La risposta ai nostri perché è il messaggio di Gesù che, guidandoci e sostenendoci col suo Amore, ci insegna che soltanto trovando il coraggio di essere noi stessi e scoprendo l’oscurità che giace dentro di noi possiamo portare la nostra Croce e approdare con fede alla salvezza delle nostre anime.
Il Signore ci dona la forza di saper stare di fronte al dolore, al fallimento, alle crisi senza mai fuggire, magari rifugiandoci nel lavoro o in altre attività esterne. Nel rapporto di coppia, qualora l’altro attraversi un periodo di angoscia e sofferenza, siamo chiamati a rispettare il suo momento e a stargli accanto silenziosamente perché possa attraversare fino in fondo le sue prove, sostenuto dalla presenza discreta del suo sposo o della sua sposa. L’amore, consacrato in Cristo, ci dà la forza di raccogliere la sfida del dolore, dell’angoscia e dei mille perché che ogni giorno innalziamo verso il cielo. Il dolore, dunque, alimenta e accresce l’amore.
Attraversiamo tempi in cui le relazioni possono soffrire di instabilità, di oscillazioni, di situazioni di mancanza di chiarezza. Il sentiero da attraversare è imparare ad avere fiducia in noi stessi e nell’altro, è arrendersi e saper stare con l’altro.
Dall’esortazione Apostolica Post sinodale di Papa Francesco “Amoris Laetitia”, n° 317
“Se la famiglia riesce a concentrarsi in Cristo, Egli unifica e illumina tutta la vita familiare. I dolori e i problemi si sperimentano in comunione con la Croce del Signore e l’abbraccio con Lui permette di sopportare i momenti peggiori.
Nei giorni amari della famiglia c’è una unione con Gesù abbandonato che può evitare una rottura. Le famiglie raggiungono a poco a poco, con la grazia dello Spirito Santo, la loro santità attraverso la vita matrimoniale, anche partecipando al mistero della croce di Cristo, che trasforma le difficoltà e le sofferenze in offerte d’amore”.
La croce di Gesù è allora segno supremo dell’amore di Dio per ogni uomo, è la risposta al bisogno di ogni persona di essere amata. È a questo amore di Cristo che dobbiamo rivolgerci quando gli sbandamenti umani e le difficoltà rischiano di ferire l’unità delle nostre famiglie.
Il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo ci incoraggia a camminare con speranza: il dolore e la prova, se vissuti con Cristo e con fede in Lui, racchiudono già la luce della resurrezione, la Pasqua di ogni uomo che crede alla sua parola.
Corrado e Francesca Giuga