Nella serata del 29 marzo 2025, il gruppo “Giovani Coppie” della Parrocchia Santissima Annunziata di Ispica ha intrapreso un viaggio di solidarietà, recandosi in visita presso una famiglia dimorante nella zona di Scicli mare, che, da anni, abbraccia con autentico fervore i valori di condivisione e solidarietà che contraddistinguono la comunità Giovanni Xxiii.
Ad accogliere i visitatori, è stata una coppia unita e generosa, animata da un profondo spirito di carità, che ha fatto del dono dell’accoglienza e del sostegno emotivo una missione, rivolgendo la propria attenzione a quei giovani con un passato segnato da fragilità, bisognosi di amore e di comprensione. In un’atmosfera di profonda condivisione, Melina e Ignazio ci hanno dischiuso le porte del loro vissuto, un racconto permeato di fede e dedizione. Ignazio, fin dalla sua giovinezza, ha trovato nella comunità Giovanni Xxiii un faro spirituale, accogliendone con ardore i valori ispiratori. Melina, incontrando Ignazio, è rimasta affascinata dalla profondità dei suoi principi, e, gradualmente, ha sentito germogliare nel suo cuore un amore per la carità, che poi è diventata l’essenza di una vita condivisa, intrecciata in una sinergia vicendevole e armoniosa. Insieme, hanno intrapreso un cammino di servizio, ispirati dalla saggezza e dall’esempio di Giovanni XXIII, testimoniando con la loro vita la bellezza del Vangelo vissuto.
Con voce sommessa e occhi colmi di una luce interiore, Ignazio e Melina, ci hanno calorosamente aperto le porte del loro focolare domestico, un luogo che pulsa di una vita straordinaria: dodici cuori, uniti da un vincolo di amore e accoglienza incondizionata. Oltre a loro e ai quattro figli, la loro dimora offre “rifugio” sia al padre vedovo di Ignazio, ma anche ad altre quattro giovani vite, tra cui la piccola Natasha, un’anima innocente di appena un anno. La loro missione, ci hanno confidato, non è improntata al semplice atto dell’adozione, bensì ad un’offerta di amorevole “riparo” per bambini e ragazzi segnati da ferite profonde, privi di radici familiari solide. Il loro impegno si traduce in un abbraccio costante, un dono di affetto e sostegno che li accompagna nel loro cammino di crescita.
In sinergia con professionisti dedicati, li guidano con delicatezza verso l’approdo sicuro di una famiglia adottiva definitiva, dove possono finalmente trovare la pace e la stabilità che meritano. In questo luogo sacro, dove la carità si fa carne, Ignazio e Melina incarnano la bellezza del Vangelo vissuto, un faro di speranza in un mondo che spesso dimentica il valore dell’amore incondizionato. Con il cuore colmo di gratitudine, ci hanno svelato, in particolare, un capitolo della loro vita. Fin dai primi giorni del loro matrimonio, hanno abbracciato la vocazione dell’accoglienza, aprendo le porte del loro focolare a chiunque bussasse in cerca di conforto.
Ci hanno narrato di un giovane segnato da un passato difficile, conosciuto da Ignazio attraverso la madre e il nonno. Un’anima tormentata, ribelle, che cercava disperatamente una bussola in un mondo che sembrava averlo dimenticato. Grazie alla fermezza amorevole di Ignazio e all’abbraccio materno di Melina, questo ragazzo ha trovato un porto sicuro, un luogo dove le sue ferite potevano finalmente rimarginarsi.
Oggi, è un uomo trasformato, un testimone vivente del potere redentore dell’amore. Quando Melina e Ignazio contemplano le metamorfosi che si compiono sotto il loro tetto, il loro cuore trabocca di una gioia incontenibile. In quei volti trasformati, leggono la testimonianza vivente dell’amore divino che si incarna e plasma l’essenza dell’uomo. Ogni ragazzo che ha varcato la soglia della loro casa, trovando un porto sicuro, rimane legato a loro da un filo invisibile, un legame intessuto di affetto e gratitudine. Non dimenticano nessuno di coloro che, in cerca di un riparo, hanno trovato in loro un abbraccio accogliente. Ogni incontro rappresenta un capitolo di una storia sacra, un’eco dell’amore che si fa prossimo, che si china sulle fragilità e le trasforma in forza.
Ciò che ha immediatamente rapito i nostri cuori, visitatori incantati di fronte a una realtà tanto singolare, quanto straordinaria, è stata la serenità irradiata da Ignazio e Melina. Nel narrare la loro vita quotidiana, traspariva una luce interiore, un’amorevolezza che permeava ogni gesto e parola. L’armonia e la collaborazione tra i membri della famiglia erano palpabili, un’eco di un’unità profonda e radicata. Molti di noi, spesso smarriti nel labirinto della frenesia e delle incombenze quotidiane, abbiamo interrogato Ignazio e Melina, desiderosi di comprendere come potessero “orchestrare” una “sinfonia familiare “così complessa. La loro risposta, intrisa di umiltà, ha rivelato un segreto prezioso: l’armonia che regna nella loro casa non è frutto di una meticolosa pianificazione, bensì di una pace interiore che scaturisce dalla loro fede. In questo focolare, la fede è il direttore d’orchestra, che guida ogni gesto e ogni parola e la serenità, il frutto maturo di una vita vissuta in sintonia con il divino.
La storia di Ignazio e Melina è un inno alla speranza, un faro che rischiara il cammino di coloro che hanno smarrito la via. Loro ci ricordano che l’accoglienza è un dono prezioso, un seme che, se coltivato con amorevole cura, può germogliare in una vita rinnovata. In un mondo spesso avvolto dalle tenebre dell’indifferenza, la loro testimonianza risplende come una luce che dissipa le ombre. Ci rammentano che l’amore, nella sua forma più pura, è capace di operare miracoli, di trasformare esistenze spezzate in racconti di redenzione. La loro casa è un “santuario” dove la speranza rinasce, dove i cuori feriti trovano riparo e dove l’amore si fa carne, incarnando la misericordia.
di Antonella e Daniele Barone