Home Annunziatelo sui tetti Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Commento alla VII Domenica del T.O.

Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Commento alla VII Domenica del T.O.

da Redazione
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Il Signore in questa domenica ci chiede di stravolgere completamente la nostra mentalità umana e orientare invece le nostre azioni secondo la Sua logica. Ma cosa significa stravolgere la nostra mentalità? Significa spodestare il nostro _ego_ dal luogo privilegiato che detiene nel nostro cuore e mettere al centro Dio, accettandone anche quelle parole che sconvolgono la nostra naturale visione della vita.
Oggi Gesù ci esorta ad essere misericordiosi come il Padre, ad operare con bontà ed amore illimitati, anche in momenti di forte scoramento e difficoltà esistenziale, come la persecuzione. In essi siamo sostenuti da Dio nostra fortezza, e da Lui riceviamo la forza di contraccambiare le offese ricevute e i torti subiti con gesti di compassione e vicinanza. Un principio di azione e reazione fondato sulla novità della Buona Notizia e non sulla rivendicazione personale. Questo modus operandi ci permetterà di ottenere non solo la ricompensa nei cieli, ma anche l’attuazione del Regno di Dio nella nostra esistenza terrena, così come Gesù stesso ci invita a fare.
Ed è proprio Gesù che mostrerà ai suoi discepoli la piena realizzazione di questa Parola odierna: non opponendo resistenza al sacrificio supremo e dunque donando tutto se stesso per noi, Egli incarna quell’amore gratuito che oggi, ancora una volta, ci viene richiesto.
Le sconvolgenti affermazioni di Gesù ribaltano la mentalità del do ut des, tipico della legge del taglione, e ci permettono di andare oltre la soglia di sopportazione delle avversità che si presentano nella relazione con il prossimo. Ma se è vero che “niente di ciò che entra nell’uomo dall’esterno può farlo diventare impuro. Piuttosto, è ciò che esce dall’uomo che può renderlo impuro” (Mc 7,15), dobbiamo contrastare la difficoltà, interna a noi stessi, di accettare il messaggio evangelico odierno, e come Davide nella I lettura, essere lenti all’ira che facilmente si innesca nelle dinamiche umane, e vedere nell’altro, anche se ci è nemico e ostile, il consacrato del Signore: la manifestazione piena e concreta, cioè, della creazione divina, e dunque di Dio stesso.
Da ciò deriva l’impossibilità di giudicare l’altro, calunniarlo, rigettando in lui il male presente in noi.
Lasciamo invece che il nostro cuore diventi grembo fecondo e accogliente per quella “misura buona, pigiata, colma e traboccante” che il Signore riversa in noi. Solo così lasceremo alle spalle l’uomo terreno e ci rivestiremo dalla luce dell’uomo celeste (II Lettura) ricongiungendoci a Dio, a sua immagine e somiglianza.

di Francesco Floriddia

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