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Commento alla Prima domenica di Quaresima – Anno B

da Redazione
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Con il Mercoledì delle Ceneri abbiamo iniziato un nuovo percorso quaresimale; è un dono di Dio riprendere il cammino che ci porterà fino alla Pasqua: tempo dedicato all’ascolto della Parola, alla preghiera, alle opere di carità. E come Mosè che in presenza del roveto ardente fu invitato da Dio a togliersi i calzari perché luogo sacro, così anche noi vogliamo accostarci alle letture di questa prima domenica.
L’evangelista Marco, nel brano evangelico, ci descrive un racconto più essenziale rispetto a Matteo e Luca. Non espone le tre tipologie di tentazioni, ma mettendo al centro la scena di Gesù che stava nel deserto, con le bestie selvatiche, servito dagli angeli, ricompone in una scena quasi paradisiaca quella prima alleanza distrutta dal primo Adamo, adombrata nel segno dell’arcobaleno-Alleanza tra Dio e la terra (I lettura), significata e attuata sacramentalmente nella nuova acqua del Battesimo che salva e dona vita (II Lettura). L’acqua distrugge e salva: il diluvio diventa tipo del battesimo e per tutta la Quaresima questo tema biblico-liturgico accompagnerà il cammino dei penitenti fino alla notte di Pasqua, quando i figli di Dio rinasceranno dall’acqua e dallo Spirito Santo.

Nel brano del Vangelo Gesù, spinto dallo Spirito nel deserto vi rimase quaranta giorni, come quarant’anni è stato il tempo in cui Israele ha camminato nel deserto.
Ed è proprio il deserto che per noi dovrebbe diventare una realtà simbolica d’incontro: ha il compito di essere potatore, purificatore e mistagogo; non è una fisicità geografica, ma un luogo interiore, una situazione d’esperienza a tu per tu con Dio e con noi stessi. (Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore. Os 2,16). E’ evidente che lo Spirito di Dio non spinge in paradisi spiritualistici, a evasioni misticheggianti, ma alla difficile impresa di discernere il proprio cuore, luogo della tentazione e dell’incontro, della fame e della sazietà; lo è stato per Gesù e lo è per ogni uomo. E noi cristiani vinceremo la tentazione solo se teniamo sempre presente il grande avvertimento, valido per l’intera Quaresima e per l’intera vita: «Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (vedi versetto del canto al Vangelo). Solamente chi è disposto a lasciarsi condurre nel deserto, conoscerà il vero Dio.
Gesù stesso dopo aver fatto esperienza di intimità con l’amore del Padre suo e dopo esser disceso nelle profondità del suo cuore per discernere la sua missione, è pronto per l’annuncio del Regno: “Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete nel Vangelo”.
Facciamo risuonare sempre nel nostro percorso la parola “Convertitevi!” Senza mezzi termini significa fate un’inversione di rotta. Passiamo tutti insieme dalla religione, sforzo dell’uomo, stentato cammino sacrificale, alla fede dono di Dio. Andiamo verso una mentalità altra e alternativa: entriamo con tutto noi stessi nella novità di vita che lo Spirito di Dio ci indica, per imparare i pensieri di Dio e riorientare su di Lui la nostra vita.
Fare nostra questa novità di vita e di prospettiva significa per noi uscire dal “si è fatto sempre così” oppure dire “una volta si che erano tempi”.
La pandemia che ci ha colto di sorpresa, ci ha mostrato quanto siamo vulnerabili e quante cose abbiamo fatto e costruito in maniera superficiale; ma nello stesso tempo ha tirato fuori una risorsa che nemmeno sapevamo di avere: la solidarietà, la compassione e la pazienza.
Mi piace accostare il brano evangelico alla situazione che da quasi un anno stiamo vivendo: restrizioni, isolamenti, distaccamenti. Sono le stesse condizioni che offre il deserto. Allora ad imitazione di Cristo, viviamo fino in fondo questa esperienza per poi tornare a testimoniare il Regno di Dio e la conversione lì dove ognuno di noi è chiamato.
Certo ci vorrà tempo, pazienza e costanza. Perché i cambiamenti del cuore sono lenti, e soprattutto sono instabili se non sono confermati e consolidati con la perseveranza. Ma se desideriamo davvero un cammino di conversione personale e comunitario, la strada necessaria è quella d’incontrarci per leggere, ascoltare e meditare insieme la Parola di Dio e trasformarla in dialogo personale e comunitario col Signore.
Nella preghiera Colletta, la Quaresima è definita “segno sacramentale della nostra conversione”. Infatti la Quaresima è e vuole essere “segno” perché ricca di segni: le ceneri, i quaranta giorni da vivere nel digiuno, le opere di carità e la preghiera. Accogliere questi segni nella sincerità e nella verità ci guidano verso la significativa tappa della celebrazione annuale della Pasqua, non tanto come celebrazione di stanca ritualità, quanto di esperienza che trasforma la vita.
Solo per grazia di Dio riusciremo ad uscire dalle nostre abitudini per acquisirne di nuove e di migliori.
Chiediamo la forza del suo Spirito affinché possa illuminare ogni nostro proposito e ci conduca sempre su verdi pascoli.
Concludo con le parole del Prefazio di Quaresima I: “Ogni anno tu doni ai tuoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello spirito, alla celebrazione della Pasqua, perché, assidui nella preghiera e nella carità operosa, attingano ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo tuo Figlio, nostro salvatore”.

Buon Cammino

Pax

Fra’ Graziano Bruno

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