Nel vangelo di questa quinta domenica di Quaresima Gesù svela la sua Passione, morte e resurrezione attraverso una parabola, quella del chicco di grano.
Gesù si serve di questi racconti per spiegare attraverso semplici esempi quotidiani concetti ed eventi difficili da interpretare.
“Quei Greci” (così come li definisce Giovanni) erano venuti a Gerusalemme per la Pasqua, avevano sentito parlare di Gesù, dei suoi miracoli e desideravano conoscerlo, un po’ perché curiosi e perché attratti da Lui pur non avendolo mai visto. Questi, allora, si rivolgono a Filippo e Andrea che riferiscono a Gesù il quale esordisce con questa frase: “è venuta l’ora che sia glorificato il figlio dell’uomo” per poi continuare con il racconto della parabola del chicco di grano.
“In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto”
Il chicco di grano simboleggia Gesù che muore per poi risorgere a vita nuova e sebbene sia ripetuto due volte il verbo morire noi dobbiamo focalizzare la nostra attenzione sul verbo “produce”: Gesù offre la sua vita per la salvezza dell’umanità, per generare una nuova umanità. Da un solo chicco di grano infatti può germogliare una pianta che produce tantissimi altri chicchi.
“Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”
Queste frasi, se non ben interpretate, potrebbero spaventarci…Gesù ci chiede sacrifici, rinunce, sofferenze? No, Egli ci chiede di abbandonare tutto ciò che ci allontana dal bene, che ci distoglie dalla retta via, vuole mostrarci la vera felicità, vuole condurci a Lui.
Nell’ultima parte del vangelo Gesù annuncia la sua morte in croce:
“E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me”
È la croce lo strumento di salvezza e di fecondità, l’antitesi fra il seme caduto a terra e la croce innalzata al cielo evidenzia il passaggio dalla terra al cielo, dalla vita terrena alla vita eterna.
La croce è gloria di Cristo, esaltazione di Cristo. La croce è il calice prezioso e inestimabile che raccoglie tutte le sofferenze di Cristo, è la sintesi completa della sua passione. (Dai «Discorsi» di sant’Andrea di Creta, vescovo)
Mariachiara Medici
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Complimentia Mariachiara per il delicato commento