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Tutti ai propri posti … Mai arrendersi

da Redazione
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Come ogni sabato andiamo al nostro consueto incontro di catechismo, quest’anno improntato sul percorso proposto dall’ACR. Ad aspettarci ci sono le nostre educatrici che con cura e attenzione preparano i nostri incontri lasciandosi ispirare dallo Spirito Santo. Il tema di quest’anno dell’Azione Cattolica Ragazzi è “Ragazzi che Squadra”.

Ci siamo tanto soffermati sull’importanza del “fare ed essere squadra” in cui ognuno è sceso in campo per giocare la partita della vita con le proprie bellezze, fragilità, limiti e debolezze.

Il tempo della Quaresima ci ha aiutato ad entrare nel vivo di questa convocazione. Abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio Gesù, i componenti della nostra squadra e il ruolo con il quale siamo stati chiamati ad entrare in campo. È proprio in questo tempo che abbiamo sperimentato la fatica dell’allenamento ma anche la bellezza di diventare più grandi, consapevoli dei nostri limiti e delle qualità che dobbiamo continuare a curare.

Molte volte a noi ragazzi capita di non rendersi conto delle proprie fragilità, che si possono trovare anche nei posti meno immaginabili, e pertanto non si riesce a superarle e questo, la maggior parte delle volte, causa in tutti una perdita di fiducia in quello che si fa. È per questo che nel periodo di Quaresima siamo invitati a riflettere su noi stessi e a curare l’interiorità di ognuno di noi. Infatti il periodo di Quaresima è un periodo in cui, oltre a sentirsi più legati con Dio, si ci concentra su di sé e si pensa ai modi per potersi migliorare.

La nostra attività si è basata proprio sulle fragilità e sull’imparare a riconoscere i propri punti deboli. Abbiamo fatto gioco per far passare bene il concetto che i nostri limiti non sono un punto di arrivo che impediscono di andare oltre ma, al contrario, di ripartire proprio da essi per crescere e compiere passi sempre più grandi. Devo dire che, tra chiacchiere e risate, l’obiettivo è andato a buon fine e i ragazzi sembravano piuttosto appassionati all’idea di concentrarsi sullo scoprirsi. Giocando abbiamo compreso l’importanza di avere fiducia nelle nostre capacità e a rendere ogni ostacolo una nuova straordinaria possibilità.

Tra fragilità e potenzialità ci siamo messi in gioco per crescere, cambiare, trasformare tutto ciò che non va ed esercitarci a rispondere al meglio all’invito di Gesù “Vieni con Me!”. Così come i discepoli, anche noi siamo in cammino per la conversione del cuore scoprendo che solo insieme si giunge alla salvezza che rende piena la vita. Questa per noi è la nostra Resurrezione, la nostra rinascita!

di Marianna Veca

 

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