A quasi un mese dall’anniversario di morte del compianto Padre Paolo Ferlisi, pubblichiamo il “ritratto” del Parroco della SS.ma Annunziata, defunto il 14 ottobre 2014, tratteggiato dal Prof. Emnuele Terranova nel volume “Ritratti Ispicesi” che stasera verrà presentato alla cittadinanza nella cornice della Chiesa di Sant’Antonio Abate. Il volume edito dalla KromatoEdizioni intende partecipare ai lettori un “inventario narrativo delle figure che come attori, hanno animato il luogo dove sono nati e vissuti”. Questi hanno contribuito alla crescita della comunità ispicese trasformandola culturalmente e nel tessuto sociale. Un vivo ricordo coinvolge tutti noi alle parole dedicate a Don Paolo, padre e maestro di questa comunità parrocchiale.
Visse la sua vocazione religiosa con esemplare umiltà e obbedienza raggiungendo anche sedi scomode, perché la sua filosofia di vita scorreva su un solo binario, illuminato dal Salmo 22: Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla. Paolo Ferlisi era nato ad Ispica il 5 agosto 1924 da Salvatore Ferlisi e Carmela Di Tomasi. Secondo di cinque figli era 1’unico figlio maschio della famiglia che comprendeva Annamaria, Rosa, Concetta e Angela.
I valori morali e religiosi della famiglia trovavano testimonianza nei genitori, il padre ferroviere che andando al lavoro la sua giornata, ad una veloce preghiera rivolta al crocifisso di casa, e la madre Carmela silenziosa e operosa spesso con il rosario tra le mani.
Ordinato sacerdote il 29 Giugno 1950 presta inizialmente opera, come vicario cooperatore a Pachino, per raggiunere successivamente Frigintini, chiesa Sacra Famiglia, dove rimarrà fino al 1954, per arrivare successivamente a Scicli che lo vedrà parroco di San Bartolomeo per dieci anni. Dopo una breve parentesi a Cava d’Aliga nel 1969 è nominato parroco della chiesa San Giuseppe ad Ispica.
In tutte le realizzazioni umane, per la loro riuscita, ci vuole un valore aggiunto affidato ai pionieri, e Don Paolo fu un inviato dalla Provvidenza a guidare i primi passi della costruenda chiesa. Abitando a pochi metri dalla chiesa, posso testimoniare l’infaticabile dedizione del parroco alla soluzione dei bisogni, di varia natura, collegati alla esecuzione dei lavori ma soprattutto l’accoglienza, nella nascente Comunità, dei fedeli del nuovo quartiere che si radunavano nel futuro salone parrocchiale della nuova struttura, unico ambiente praticabile, per le funzioni religiose.
Ricordo tanti momenti in tale spazio, tra i quali, il battesimo della mia primogenita, che Don Paolo, con la sua grande sensibilità e calore riusciva a rendere religiosamente e umanamente ricchi. Furono notevoli i contributi di fatica e competenza, dati dai confrati della nuova Associazione religiosa, la Confraternita, che guidati da Rosario Stornello risultarono determinanti nella soluzione di tanti problemi portando a temine i lavori, (meritano
di essere ricordati, in particolare, il sig. Nunzio Lorefice, cui si deve la sistemazione del presbiterio, Giuseppe Amore, Antonino Saia e Giovanni Maucieri per la produzione e sistemazione degli arredi in legno che rendono originale la chiesa). Quando Don Paolo lasciò la parrocchia di San Giuseppe, perché nominato parroco della Annunziata (1/08/1979), il seme di grande fede lasciato, continuò per tanti anni, ad essere luce per il cammino della Comunità Parrocchiale. C’è tanta verità nel titolo del libro su Don Paolo Ferlisi, pubblicato dalla Parrocchia SS. Annunziata, sulla sua opera terrena, “un seme caduto in terra buona” perché generosa di frutti.
L’arrivo del nuovo parroco, all’Annunziata, fu benedetto dal Vescovo, la prima domenica di ottobre del 1980, e fu l’inizio di un itinerario destinato a lasciare segni importanti in quella realtà religiosa. I primi tempi, probabilmente non furono facili perché occorreva un po’ di tempo per recuperare la fiducia dei parrocchiani che temevano di essere ancora una volta delusi. Ma Don Paolo sapeva da dove ripartire, doveva accostarsi alla base, alle famiglie del quartiere, soprattutto quelle più bisognose di aiuto, che avevano in casa ammalati, invalidi. Entrava in tutte le case per conoscere i problemi di ognuno, li aiutava e pregava con loro. Il suo carattere socievole e cordiale, con una innata e grande disponibilità lo fecero amico di tutti confortandolo con i risultati che le sue instancabili preghiere ottenevano.
Don Paolo riuscì a riorganizzare l’Arciconfraternita, motore operativo di tante attività interne ed esterne della parrocchia, l’Azione Cattolica donne e ragazzi, l’Associazione Cattolica Don Bosco fermento per una crescita religiosa. I giovani trovarono nel parroco un riferimento che diventò legame affettivo e arricchimento sociale e culturale, dando senso, operosità e dinamismo a soggetti annoiati e lontani dalla chiesa. L’opera di Don Bosco aveva trovato, presso l’oratorio dell’Annunziata grande espressione e gioia di vivere mettendo in cammino la Comunità.
Don Paolo ebbe la gioia di percepire il grande dono dello Spirito che col suo sigillo aveva realizzato grandi progetti sul suo parrocchiano Corrado Lorefice, futuro arcivescovo di Palermo. Padre Paolo Ferlisi mori il 12 ottobre 2014. Ispica ha dedicato a padre Ferlisi un piccolo spazio cittadino, largo Padre Ferlisi. A ricordo di un sacerdote mandato dalla Provvidenza a servire
la Chiesa e la sua città, con le sue infaticabili umili forze.
di Emanuele Terranova