Il prossimo 25 Settembre si celebra la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2022. Il tema cha accompagna questo evento è tratto dalla lettera agli Ebrei “Non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura”. Viviamo nella fraternità reciproca e nell’apertura al contesto mondiale che vede nei migranti e rifugiati non ostacoli alla costruzione del futuro ma attori principali e protagonisti del processo di costruzione. Anche la nostra comunità ha vissuto e vive delle esperienze di accoglienza, consapevole di questo singolare dono di grazia e fonte di arricchimento comunitario. L’occasione di aver accolto e vissuto un pò di cammino con Benjamin Ochuko, proveniente dalla Nigeria, è stata veramente una provvidenza per poter sperimentare la profezia dell’accoglienza e della condivisione. Lo abbiamo intervistato e ne riportiamo le sue parole.
Quanti anni sei rimasto ad Ispica e cosi ti porti del nostro paese?
Ciao sono Ochuko Benjam e ho vissuto a Ispica 3 anni e 5 mesi.
Hai conosciuto diverse famiglie, mamme e papà. Ce ne parli? Chi sono stati? Quali legami vi manteneva uniti? Ti sentivi a casa?
È stato un periodo bellissimo. Ho conosciuto diverse famiglie. La bellissima famiglia Rivetta e Franca Franzò. Pietro è una persona bellissima. È stato ed è per me come un amico, un papà e ogni tanto mi riprende: proprio come un papà fa con il proprio figlio. L’ho scelto come padrino per il mio battesimo: lui ha accettato con immensa gioia. Pietro è sempre allegro e anche giocherellone. Lui ha una moglie che si chiama Antonietta. È stata per me una mamma “la mia mamma grande” e anche se adesso non c’è più lei continua a vivere nel mio cuore. È stata una mamma che non hai mai guardato il colore della mia pelle, per lei sono stata un figlio. È una bellissima famiglia quella di Pietro e da subito mi hanno accettato e voluto bene. Franca è una donna con un cuore grande e aperto all’altro e dona cibo a tutti. Lei, insieme a Pietro sono il padrino e la madrina del mio battesimo. Anche Franca molto spesso mi riprende, perché così come Pietro, vorrebbe aiutarmi a fare le scelte giuste per il mio futuro.
Hai scelto di diventare cristiano la notte di Pasqua del 2019. Perché? Cosa ti ha spinto a farlo?
Ho scelto di diventare cristiano perché credo in Dio, Lui è la Verità e la Luce.
Hai avuto modi di essere accolto nella nostra comunità. Cosa hai vissuto veramente? Cosa ti ricordi di questa accoglienza?
Quando ero a Ispica ho conosciuto tante altre persone, altrettanto meravigliose. Mi manca tanto Ispica, mi manca la famiglia di Pietro, le mie amiche Mariarita, Giusi e anche il mio grande amico Antonello. Mi mancano anche i ragazzi della chiesa dell’Annunziata e Padre Manlio. Lui è un Padre per tutti dal cuore grande e non fa distinzione di razza, colore della pelle, per lui tutti siamo uguali. Con i ragazzi dell’Associazione ho vissuto momenti veramente intensi, di festa e di condivisione che mi hanno fatto crescere, inserendomi più direttamente nel sentire e nella città.
Abbiamo saputo che sei entrato in contatto con tante persone. I ragazzi, gli adulti? Abbiamo saputo che hai anche partecipato alla Via Crucis e hai anche fatto il portatore. Ci racconteresti un po’…
All’Annunziata ho incontrato tanti amici e anche tanti bambini. Ho condiviso con loro momenti di gioia. Ho anche partecipato alla Via Crucis vivente insieme ai ragazzi dell’associazione Don Bosco. Sono stato scelto per essere il “Cireneo” caricando la croce di Gesù. È stata una bellissima esperienza che porto nel mio cuore. Grazie di vero cuore a tutti!
In foto: Ochuko insieme ai ragazzi del post cresima nella Festa della Pace Acr 2019
1 commento
Bella esperienza anche commovente