Home Annunziando Maria e la sofferenza umana. L’esperienza di Lourdes

Maria e la sofferenza umana. L’esperienza di Lourdes

da Redazione
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Siamo nel mese di Maggio, mese dedicato alla Madonna; Gesù, oltre a donarci sé stesso, ci ha fatto un altro meraviglioso dono: la sua Mamma!

In questo mese a Lei dedicato è bello pregarla più intensamente e venerarla con tanto amore; Lei è sempre vicina a noi suoi figli, specialmente a quelli che hanno più bisogno e agli ammalati.

La malattia mette sempre in crisi l’esistenza umana e porta con sé interrogativi che scavano in profondità l’animo umano.

In un primo momento possono essere di ribellione: perché proprio a me?

Ci si potrebbe sentire impotenti, disperati e pensare che tutto è perduto. In tale situazione è solo la fede in Dio e l’affidamento alla Mamma Celeste che ci aiuta, è lei la chiave che apre il cuore alla speranza. Maria è la donna premurosa, la mamma che ha gli occhi vigili e buoni e fa sperimentare la consolazione; Lei si fa presente nella vita delle persone per cogliere i bisogni, anche quelli più impercettibili, perché guarda con occhi pieni d’amore.

Tutti conosciamo la storia dell’apparizione della Madonna a Bernardette a Lourdes, ma qualcuno si chiede che cosa abbia di speciale questo luogo.

Tanti malati vi si recano con la speranza della propria guarigione che spesso avviene nell’anima più che nel corpo: tutti, infatti, ritornano radiosi e con tanta serenità e pace interiore.

Come volontaria dell’UNITALSI ho sperimentato una meravigliosa realtà: gli ammalati che ho conosciuto in tanti anni si servizio non si sentono mai soli perché sentono accanto a loro la presenza dolce e consolante di Maria e si affidano fiduciosi a Lei: i loro sguardi sono limpidi perché rispecchiano lo sguardo luminoso della Mamma Celeste.

Hanno tutti in mano la corona del rosario e pregano per la propria guarigione, ma quando sono davanti alla grotta delle apparizioni e guardano la statua della Vergine Immacolata, hanno tutti gli occhi lucidi e pregano non solo per sé stessi ma anche per gli altri.

Ricordo che ho fatto un’esperienza sul treno bianco la prima volta che sono andata a Lourdes visitando il vagone “barellato” .

Questo è un vagone speciale perché non ci sono sedili, ma lettini in cui stanno i pellegrini ammalati che non possono viaggiare seduti: qui possono entrare solo i volontari, i medici e gli infermieri. Ero emozionata perché non sapevo cosa avrei trovato!

Appena sono entrata, mi sono avvicinata alle barelle ed ho visto che qualcuno pregava e qualche altro dormiva; in un lettino, poi, ho visto una donna bellissima di circa trentacinque anni coperta fino alla vita da un lenzuolo: pregava con la corona del rosario in mano, ma sotto il lenzuolo non c’erano le gambe. Lei si è accorta della forte emozione che provavo e mi ha fatto un cenno del capo e un meraviglioso sorriso che mi ha aiutato a riprendermi, per cui le tesi la mano che lei afferrò continuando a sorridere e anch’io riuscii a sorridere.

Dopo aver parlato un po’ l’ho salutata affettuosamente e lei, dopo avermi di nuovo sorriso, mi ha ringraziata e sono andata via dal barellato. Mentre tornavo verso il vagone dove prestavo servizio, il cuore mi batteva a mille, ho pregato Gesù di farmi diventare più forte per continuare ad assistere i pellegrini e di aiutarmi a saper dare amore, tanto amore nient’altro che amore.

In questa occasione, ho capito che a volte, i veri ammalati siamo noi “sani” e che gli ammalati ci guariscono con il loro sorriso.

Nella grotta, poi, ho ringraziato l’Immacolata per avermi fatto capire in questo mio primo viaggio a Lourdes che chi si affida a Lei sa affrontare ogni tipo di sofferenza, anche la più grave, con il sorriso.

La Madonna, è vero, è sempre accanto a noi, ci consola, ci dà coraggio e con il suo grande amore di mamma ci porta dolcemente al Suo figlio Gesù.

di Pinuccia Stracquadanio

1 commento

rosariapiazfz36m 16 Maggio 2022 - 19:23

Il tuo articolo mi ha dato tanta emozione ,commovente la tua esperienza Complimenti carissima

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