Domani 16 Luglio ricorre la Memoria della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo, celeste Patrona della nostra Ispica. La devozione a Maria nel nostro paese rappresenta una nota caratteristica non solo nel campo della religiosità popolare ma un vero e proprio sentimento di affetto lega l’ispicese alla “Madre”, soprattutto nel suo dolore. Il legame filiale che unisce madre e figli, e che vede in Maria la celeste custode della vita è una costante di tutte le comunità parrocchiali antiche e più recenti del paese. Abbiamo pensato in questa circostanza, di delineare nel nostro periodico l'”Ispica Mariana” perchè non venga meno mai un così nobile e profondo sentimento che lega a Maria, madre del Signore e nostra Madre.
Abbiamo lasciato alle spalle, oramai da un bel pò di tempo, il mese di Maggio, che la tradizione associa e consacra alla Vergine Maria. Cosa sia il mese di “Mai” ad Ispica lo racconta la sua tradizione che va dalla dedicazione della Madonna del Carmine con la consegna delle chiavi della città il 16 luglio alla presenza in ogni parrocchia se non nella dedicazione del tempio alla Madonna, di almeno una o più statue dedicate al culto di Maria.
Ispica conosce il mese di Mai come quello dei rosari di quartiere, quei grani di rosario recitati nei diversi quartieri della cittadina che dall’ex Spaccaforno ereditò il culto della Madonna Annunziata e della Madonna assunta in cielo che si trovano nelle chiese omonime ricostruite sul Colle della Calandra post terremoto del 1693. Ma Ispica è molto di più perché prima ancora di iniziare la sua ricostruzione post terremoto aveva già scelto un sito dove erigere il suo Santuario. Nella storia della città e del territorio si dice che nella pianificazione urbana della Sicilia si nota come i santuari vengono eretti a inizio ed al termine di quella che si prevede potrà essere l’espansione della città nascenti che, anche se non sono ancora ideali, diventeranno città regolari in cui la componente religiosa svolge un ruolo importante tanto quanto quella politica.
Ad Ispica nei due promontori del colle si erge così a dirupo la chiesa del Carmine e dalla parte opposto quella di Santa Maria di Gesù successivamente. Già Capuana nel suo libro Profumo parla di quel chiostro accanto al santuario carmelitano riprendendo la salita della vecchia strada Barrera. Questa, per chi la percorre da sempre, magari con lo sguardo non è molto attento a lasciarsi impressionare da quei due conventi che con le relative chiese dedicate al culto mariano, si ergono su due speroni rocciosi oltre cui la città non ha potuto trovare espansione per ragioni proprio geomorfologiche.
Altro luogo ispicese dedicato alla preghiera mariana, quello dell’ Eremo appunto della Madonna delle Grazie, posto in un posto così lontano dalla prima espansione della città, la cui solennità inaugura il mese di Luglio e così tutta l’estate ispicese.
Ispica dedita al culto della Madonna della Catena, lo ritroviamo negli anni più recenti nella più antica Parrocchia della città dedicata al Culto di Sant’Antonio Abate che insieme alla Chiesa Madre ha costituito il luogo di celebrazione ed amministrazione sacramenti per molto tempo prima che la dicitura di parrocchia venisse esteso alle altre ispicesi.
A Maria si ci è sempre rivolti ad Ispica: Maria che unifica la cittadina e che sia che si chiami Annunziata che Assunta è la madre a cui nel mese di Mai più che mai, ma per tutto il corso dell’anno, si rivolgono le preghiere perché, è nel mistero e nel dogma di quella donna che si fa Madre di Dio con l’Immacolata, dietro l’annunzio di un Angelo e nella devozione dello scapolare carmelitano che culmina nella sua Assunzione al cielo, che si snoda la devozione mariana che che la vede Addolorata nei riti della Settimana Santa sempre vicina ai due Cristi da noi ispicesi conosciuti e venerati come Culonna e Cruci. A Maria Santissima in questo giorno dedicato alla “Patrona” noi ispicesi che Maria l’abbiamo nel cuore, rivolgiamo il nostro Rosario, affidiamo i nostri bambini. A Lei, salute degli infermi consegniamo gli ammalati ed anziani della nostra cittadina. A Lei, piena di grazia, nel gesto simbolico della consegna delle chiavi, presentiamo la nostra amata Ispica perchè sia sempre più grembo di ogni virtù, e luogo del cuore per ogni suo abitante.
2 commenti
Ottimo articolo. Bravissima
Complimenti. Articolo molto ricco e abbastanza interessante