Home Annunziando Funamboli. Genitori che camminano sul filo dell’oltre

Funamboli. Genitori che camminano sul filo dell’oltre

da Redazione
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Lunedì 10 marzo, abbiamo partecipato a un incontro con Don Francesco Fiorillo presso la Biasilica della SS. Annunziata. Un incontro che, per noi genitori con i figli in cielo, è stato di grande forza. Ci siamo sentiti compresi nel nostro immenso dolore, un dolore difficile da esprimere. Ma quando decidiamo di farlo, lo facciamo con il cuore in mano, per aiutare chi ha intrapreso questo cammino da poco. Solo chi vive questo dolore può comprenderlo e supportarlo. Grazie alla bellissima similitudine di Don Francesco, il quale in maniera autorevole e riportando la sua personale esperienza di dolore riconciliato e del suo accompagnamento a quanti vivono questo dolore, sappiamo che possiamo sopravvivere a questo dolore atroce: “Dobbiamo essere come gli alberi che, senza farsi vedere, si sostengono a vicenda con le radici sotto terra, capaci di dare forza anche agli alberi lontani”.

Quando si perde un figlio, la vita cambia radicalmente. Tutto ciò che ci circonda sembra estraneo, ci sentiamo in una dimensione parallela, come se anche noi fossimo andati via con loro. Ma dobbiamo rialzarci, per i nostri coniugi, per noi stessi, e soprattutto per quel figlio che non vive più in questo mondo, ma continua a esistere in un altro. La fede in Dio è l’unica forza che ci permette di andare avanti, una forza che ci sorprende, che ci sostiene in ogni cosa che facciamo e ci aiuta a sopravvivere.

Un’altra espressione di Don Francesco che ci ha colpito è che noi genitori, privati dei nostri figli, non abbiamo bisogno di parole o di persone che ci dicano cosa fare, ma di persone che ci camminino accanto, in silenzio, con gesti di affetto, una carezza, un abbraccio. Noi genitori privati dei nostri figli non chiediamo compassione, ma comprensione profonda per le nostre mancanze, per i nostri giorni vuoti e solitari, per i nostri sguardi rivolti al cielo.

Desideriamo quella comprensione capace di non considerarci diversi e che non vi rattristiate ascoltando i nostri racconti, ma pensiate ai nostri figli come se fossero ancora vivi, parte di questo mondo in una forma diversa, ma sempre presenti. Nessuno si sente così disperato e abbandonato come noi genitori. La morte è un’amica fedele che fa parte della vita, non va capita né messa da parte, ma accolta, trasformata in tenerezza e amore.

di Sabina Maucieri

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