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Evangelii Gaudium. Nella crisi dell’impegno comunitario

da Redazione
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In questo secondo capitolo dell’E.G., Papa Francesco esordisce così: “Non è compito del Papa offrire una analisi dettagliata  e completa della realtà contemporanea, ma esorto tutte le comunità ad avere una sempre vigile capacità di studiare i segni dei tempi che abbiamo smarrito nel corso della storia.” (cap.2 §51). Così dicendo Francesco, fra le righe, ci dice che l’uomo ha smarrito la capacità di lettura di ciò che si verifica intorno a noi nel mondo intero, esortandoci a non essere spettatori passivi, ma a capire/interpretare, alla luce del Vangelo, ciò che ci sta succedendo. Una prassi  da tempo messa da parte soppiantata dalla presunzione di fare a meno di Dio puntando tutto sulle capacità dell’uomo. Un errore di coscienza e pastorale che a livello societario pagheremo carissimo e a livello cristiano avrà ripercussione in termini di credibilità dell’annuncio del Vangelo.
“La gioia di vivere frequentemente si spegne, crescono la mancanza di rispetto e la violenza, l’inequità diventa  sempre più evidente (§52)”. E qui bisogna  evidenziare con estrema attenzione i fenomeni che la nostra società sta subendo con i casi delle  morti di donne violentate e struprate da mariti, compagni, conviventi, ai quali  bisogna aggiungere le ripercussioni sui figli, vittime innocenti di queste situazioni sociali. Allora, dobbiamo chiederci: dov’è l’inghippo di tanta violenza? Non è ancora scomparsa la mentalità  possessiva del maschio (macho) il cui modus operandi supera tutti i limiti facendo diventare i femminicidi “atti dovuti”, frutto e retaggio di processi educativi e mentali respirati all’interno della famiglia prima, e dalla società dopo; è nostro compito chiederci  quali sono le cause scatenanti e le relative conseguenze. Tutti i fatti sono recenti, urge una profonda riflessione.
Poi c’è  “la corsa agli armamenti che serve solo a cercare di ingannare coloro che reclamano maggiore sicurezza,  come se oggi non sapessimo che le armi non hanno mai portato alla giusta soluzione ma a creare nuovi e maggiori conflitti”(§60). E’ sotto gli occhi di tutti in questo momento storico, le crisi riguardanti Russia-Ucraina, e Israele-Palestina, per citarne le più evidenti, e poi tutte le altre situazioni di belligeranza sparse nel mondo (la cosi detta “guerra a pezzi” come la definisce Francesco) Per raggiungere questi obiettivi, diversi governi di qualsiasi colore politico, anche se indebitati fino al collo, non hanno disdegnato di incrementare le proprie spese militari aumentando addirittura il  P.I.L (Prodotto Interno Lordo) con relativa diminuzione della ricchezza pro-capite. Mi chiedo: dove sono finiti i movimenti per la pace, siano essi di matrice laica o cristiana? E quelli che hanno osteggiano le fabbriche di armi e i relativi indotti, veri e propri costruttori di morte? La paura è quella della assuefazione delle coscienze e la rinuncia alla sensibilizzazione a questi temi. Francesco ne parla perché sa che il pericolo esiste a tutti i livelli, ma principalmente vuole che tutti noi possiamo fungere da pungolo affinché si possano formare  coscienze votate alla pace e al rispetto reciproco dei popoli.
L’inizio del  §63 così recita: “La fede cattolica di molti popoli si trova oggi di fronte alla sfida della proliferazione di nuovi movimenti religiosi, alcuni tendenti al fondamentalismo ed altri che sembrano proporre una spiritualità senza Dio”. La curiosità mi ha spinto a fare una ricerca  nel vocabolario della lingua italiana su questa parola, rilevando la seguente descrizione: il Fondamentalismo è una tendenza religiosa cristiana  di matrice conservatrice, sviluppatasi sopratutto nel protestantesimo americano; si oppone all’evoluzione modernistica nell’esegesi richiamandosi ai principi fondamentali del testo biblico”. Il santo Padre conosce bene questo pericolo dove la chiesa di Cristo potrebbe andare e richiama il popolo di Dio ad una reazione umana di fronte alla società materialista, consumista e individualista, che cerca nel quotidiano soluzioni immediate per le proprie necessità, diffidando di fatto della Provvidenza di Dio-Padre. A mio modesto parere anche qui bisogna formare  una coscienza vigile affinché il messaggio evangelico sia ascoltato e capito da tutti,  credenti e non,  sia ad intra che ad extra degli ambienti ecclesiali, con particolare attenzione al dialogo interreligioso già intrapreso.
Un forte e accorato grido di allarme Francesco lo lancia nei confronti della famiglia quale istituzione portante della società che oggi presenta diverse patologie a partire dalla perdita dei valori fondanti che hanno inciso nella storia dell’umanità.  Cosi si esprime: “La famiglia attraversa una crisi profonda come tutte le comunità e i legami sociali…(§66).L’azione pastorale deve mostrare ancora meglio che la relazione con il nostro Padre esige e incoraggia una comunione che guarisca , promuovi e rafforza i legami interpersonali (§67)”. Su questo tema, posso mettere in campo la mia esperienza e quella di mia moglie come formatori delle coppie di fidanzati in preparazione al matrimonio, giungendo ad una conclusione. Oggi la famiglia che si sfalda, attraversa tre criticità:
1) Dal punto di vista cristiano non tutte le coppie hanno la piena consapevolezza quanto sia importante l’aspetto  sacramentale del matrimonio in materia di indissolubilità e di unione con Dio.
2) Dal punto di vista sociale  una delle cause di rottura del matrimonio è la mancanza di serenità economica dovuto alla flessibilità del mondo del lavoro, la quale, se da una parte potrebbe essere positiva, dall’altra può portare alla instabilità.
3) La scarsa attenzione  della politica di accogliere progetti, idee, e sollecitazioni provenienti da diversi enti e associazioni (Forum delle famiglie in testa).
In definitiva, se la famiglia ha la giusta serenità affettiva ed economica, ed è agganciata saldamente a Dio “Terzo Componente della famiglia quale compagno di vita”, ne trae giovamento la testimonianza cristiana e la società in cui viviamo.

Giunto a questo punto devo fermarmi, ho esigenza di chiudere questa mia semplice riflessione su alcuni dei temi trattati da Francesco nella E.G., non avendo la presunzione di poterli approfondire tutti in maniera esaustiva in questa sede: sarebbe impossibile. Voglio ringraziare il Signore per averci donato questo santo Papa, illuminato condottiero della storia degli uomini e donne di buona volontà che vivono e operano  nel mondo, siano essi cristiani o appartenenti a tutte le religioni, perché è bello e gioioso stare insieme come fratelli.

 

di Diac. Rino Di Stefano

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