Concetta Ferlisi, sorella di Don Paolo Ferlisi, rispondendo alle nostre domande ci ha donato questo ricordo del fratello nel giorno anniversario della sua dipartita per il cielo.
Quale il ricordo più dolce di tuo fratello quando eravate bambini?
Lui aveva sette anni più di me. Mi accompagnava a scuola dalle suore e mi salutava con un bacetto.
Il ricordo dell’inizio della sua vocazione sacerdotale.
Una volta quando ero più grandetta (14-15 anni) mio fratello mi ha chiamata in disparte, mi ha regalato il libro di S. Teresina del Bambino Gesù e mi ha detto: “Concetta vuoi offrire la tua vita al Signore per la santificazione del mio sacerdozio?”. Ho risposto: “Sì, lo voglio”. E lui: “Allora devi pregare molto per me”. E io ho detto sì. A casa mio fratello era molto rispettato anche dai miei genitori. Le vacanze da seminarista le faceva per metà a casa da noi, l’altra metà al Santuario della Madonna della Scala della quale era devotissimo.
Il ricordo di tuo fratello sacerdote della parrocchia della SS. Annunziata. I momenti belli e meno belli del suo sacerdozio all’Annunziata
Quando il vescovo Mons. Nicolosi lo ha trasferito nella parrocchia della SS. Annunziata eravamo tutti molto felici e anche lui era molto felice. Non ci sono stati momenti brutti e se qualche momento ci sarà stato lo ha tenuto per sé. La sua capacità di ascolto era formidabile, sia nelle conversazioni amichevoli che nelle confessioni.
Ha saputo intessere relazioni umane e fraterne con tutti senza eccezioni, con i piccoli e con i grandi, con i giovani e con gli adulti, con i poveri e con gli umili.
Ha sempre rifuggito onori personali, ha saputo intessere relazioni umane e vere con tutti. Uomo mite e generoso con i poveri che spesso lo frequentavano, umile e prudente con tutti.
La cappella del Santissimo era la sua dimora più amata. Lì sostava per due tre ore con gli occhi rivolti al tabernacolo: era fortemente innamorato di Gesù. Nella cappella andavano spesso le persone a confessarsi. Lui chiamato ad essere testimone della misericordia davanti a Gesù, sul sacramento dell’altare, attendeva con dolcezza coloro che avevano bisogno di misericordia.
Aveva un approccio molto serio alla preghiera: se gli sfuggiva la sera di recitare la compieta, anche a tarda serata si alzava dal letto per prendere il libro delle preghiere e rimediare alla sua distrazione.
Seguiva con interesse tutte le realtà parrocchiali.
La sua presenza nel Rinnovamento, nell’Azione Cattolica e nell’associazione Don Bosco è stata preziosa. Lodava e ringraziava il Signore ininterrottamente. Grande successo avevano i campeggi dei giovani che erano per lui veri momenti di evangelizzazione.
Cristo Gesù era la sua perfetta letizia. Vedeva se stesso e gli altri con il cuore di Dio. Tenendo conto in prima linea di avere per tutti parole di speranza, di perdono e di riconciliazione.
Il tutto si fonda e si basa sulla “Parola di Dio”. Parola ascoltata, Parola letta, Parola amata, Parola pregata e Parola proclamata.
Questa può essere per tutti noi la sua eredità. Grazie Concetta per questo ricordo!
A cura della Redazione di Annunziando
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Bella figura don Paolo Ferlisi Ha saputo intessere relazioni umane e profonde con tutti