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Commento al Vangelo – Ascensione del Signore 2021

da Redazione
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“Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura”.
Prima di tornare al Padre, Gesù si rivolge ai suoi e dona loro una missione. Quanto siamo realmente consapevoli che Dio ha affidato una missione a ciascuno di noi? Nel nostro contesto ed anche nel nostro linguaggio comune troppo spesso rimaniamo a un livello estremamente superficiale della realtà: pensiamo che la missione sia un affare che riguarda poche persone che dedicano la loro vita ad evangelizzare le terre lontane (da noi!). E se la “missione” a cui Dio ci chiama fosse più vicina di quanto noi possiamo immaginare? E se la terra da evangelizzare fosse il nostro cuore diventato arido? Se fosse il cuore del mio fratello e della mia sorella che ha bisogno dell’annuncio dell’Amore di Dio che si fa carne, cioè prossimità, vicinanza, tenerezza?

“Nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.
Forse sentiamo molto lontani da noi questi segni che Gesù ci dice essere rivelativi della vita di coloro che credono. Noi diciamo di credere, eppure questi segni così prodigiosi e straordinari, non ci appartengono e non li vediamo. Non è che Gesù ci abbia visto un po’ male? Non ci sembra possibile. E allora perché non vediamo tutti questi segni che potrebbero certamente aiutarci a credere di più? Se ancora pensiamo questo, è anche questo un segno che siamo lontani dalla logica di Dio, dal Suo modo di pensare e di agire. I segni non vengono prima della fede, Dio vuole guarire la nostre sete disordinata del meraviglioso, dello straordinario, dello stupefacente, dello spettacolare. Dio si rivela a noi nell’inaspettata ordinarietà della piccolezza, dell’umiltà, del silenzio, nelle fatiche di tutti i giorni, nei sorrisi sinceri e nelle lacrime segrete, nelle carezze delicate e negli abbracci che riempiono il cuore, nella fedeltà di ogni giorno ai propri doveri e nella responsabilità nei confronti di se stessi e degli altri, nei piccoli gesti che fanno davvero la Chiesa. Quando avremo l’umiltà di vivere in questo modo nella Volontà di Dio, allora vedremo anche i segni prodigiosi, ma non saremo noi a realizzarli, ma sarà Dio stesso a compierli attraverso di noi, senza che nemmeno ce ne accorgiamo.

Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che l’accompagnavano”.
Non dobbiamo avere paura che questa missione sia troppo grande per noi. Non solo abbiamo una missione, ma noi stessi siamo una missione di Dio per il mondo. Possiamo gioire sul serio perché la nostra vita è un dono per il mondo, ciascuno di noi rivela un tratto del vero Volto di Dio. È il Signore Gesù stesso che ci assicura la sua presenza costante e la sua azione insieme a noi. Badiamo bene: non senza di noi, non solo noi, ma insieme a noi. Se dai nostri occhi ancora non risplende la luce di Cristo e ci sentiamo tristi e avviliti vuol dire che non abbiamo ancora compreso che siamo figli amati da Dio, che vuole la nostra felicità e che è venuto il momento di ascoltarLo e di fidarci di Lui, anche se non capiamo, anche se non vediamo subito, anche se crediamo interiormente di aver fallito tutto nella vita.

Le cose di ieri sono passate. Ritornando al Padre, Gesù inaugura per noi cieli nuovi e terra nuova. Permettiamo a Gesù di inaugurare anche in noi la sua vita divina, come ha fatto con Maria che Lo ha accolto nel suo cuore prima ancora che nel suo grembo, affinché possiamo essere con la nostra vita una carezza di Dio per il mondo intero.

di Andrea Bonomo (Seminarista del nostro Seminario)

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