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Il Grest. Crescere insieme divenendo fratelli

da Redazione
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Ormai da qualche decennio, il mese di Giugno non è solo sinonimo di chiusura dell’anno scolastico ma anche di apertura del Grest.

L’uso del termine Grest risale alla fine degli anni ‘50 del secolo scorso, quando dei gruppi di ragazzi presero l’abitudine di partecipare ad una nuova forma di vacanza estiva, meglio nota con l’acronimo di GREST (gruppo estivo)  in oratorio. L’iniziativa nasceva per svolgere un’importante funzione sociale e rappresentando la proposta cristiana di intrattenimento per chi restava in città o nei paesi dell’hinterland dopo il termine dell’anno scolastico.

In genere è rivolto ai bambini dalla I elementare alla III media, e si tiene nelle tre settimane di giugno successive alla fine della scuola.

Il carattere principale del GREST è di proporre un percorso di crescita e di relazione comunitaria, vissuto nella fede, nei valori della libertà, del rispetto e della collaborazione.

Di questa nostra esperienza nella nostra parrocchia traspare fortemente l’idea, nell’immaginario collettivo e nei ricordi di chi già lo ha vissuto, di una iniziativa bella ed entusiasmante, che si propone principalmente lo scopo di insegnare a coltivare la capacità di relazione fin dalla più tenera età, illuminati dalla vita buona del Vangelo.

La finalità è dunque quella di consentire ai giovanissimi di svilupparsi interiormente e di essere costruttivi non solo con i loro pari, ma anche con i componenti di tutti i gruppi e con l’ambiente che li circonda.

La buona riuscita di questa attività estiva presuppone un cammino di crescita e di formazione che mira ad una adeguata concezione della persona, che si radica di anno in anno, in modo particolare durante  i momenti della formazione catechistica, che coincide con il periodo scolastico.

Le varie attività laboratoriali che caratterizzano la parte centrale delle varie giornate, mirano a stabilire relazioni costruttive tra i ragazzi e a farli crescere verso un buon grado di libertà interiore. Essa è indispensabile perché la relazione abbia una base per l’avvenire, una sorgente da cui sgorgare nei giorni di luce come nei giorni bui.

I giochi che precedono e concludono le giornate, hanno come scopo la strutturazione di una buona capacità relazionale. La sana competizione tra le varie squadre di giovani, oltre a rinsaldare i vincoli di amicizia tra compagni di squadra, si pone anche sotto l’aspetto del prendersi anche cura dell’altro, generando un movimento vitale e vitalizzante che va dalla persona affidataria alla persona affidata e viceversa. Il tutto legato e spiegato nei momenti di preghiera.

La parabola del Buon Samaritano, riportata al capitolo dieci del Vangelo di Luca, che è l’icona evangelica del grest 2023, contiene in sé tutti questi aspetti vivificanti che una sana e feconda vita di fede deve contenere; al dottore della Legge che chiede “E chi è mio prossimo?” Gesù ribalta la prospettiva: “Chi è stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?”.

Nella sostanza, Gesù ci dice: Sei tu che devi essere prossimo, proprio perché la domanda esatta che ognuno di noi deve porsi è: di chi io sono prossimo?

A motivo di tutto ciò il motto del Grest 2023 è “Tu per tutti”.

In un mondo sempre più narcisista ma soprattutto tornacontista, la proposta evangelica si fa sempre più ardua; ma la sfida è proprio questa, proprio perchè l’altro ha il diritto di chiamarti in causa, di sapere che tu devi a lui il tuo sguardo, le tue mani, la tua attenzione, la tua fraternità e, se necessario, perfino la tua economia (olio, cavalcatura, albergo). Senza non potrebbe vivere, rimarrebbe senza dignità, ferito a morte per sempre.

Concludendo, l’esperienza del farsi carico e dell’orientare i giovani verso i valori della solidarietà e della condivisione, sono centrali nella cura educativa in ogni vita sociale, in ogni cultura e società. Anzi la cura stessa è produttrice di educazione, perché permette la trasmissione dei valori e delle virtù, e se per cura intendiamo anche la Carità nel senso più cristiano del termine, allora diventa anche il fine della nostra esistenza.

Non ci resta allora che dare ancora inizio, dopo qualche anno di pausa forzata, a questa meravigliosa avventura che si chiama Grest e che il Signore possa servirsi delle nostre povere mani, ma certi che con Lui possiamo fare, ancora una volta, Grandi cose.

di Donato Bruno

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