In occasione dei festeggiamenti di San Giovanni Bosco, sabato 5 febbraio abbiamo voluto fare un’esperienza diversa dal catechismo, purtroppo online dettato dal periodo che stiamo vivendo, con i ragazzi di prima e seconda media, ovvero un oratorio virtuale, invitando un ospite, Sebastiano Blandizzi, educatore e responsabile della Comunità di accoglienza Oasi Don Bosco di Ragusa.
Sebastiano ci ha raccontato che la comunità Oasi Don Bosco è nata a Ispica tanti anni fa, dove accoglieva bambini e ragazzi orfani o in situazioni di gravità di abbandono o di violenze familiari; una realtà particolare, strana agli occhi degli ispicesi, tanto che qualcuno aveva anche dei pregiudizi. Ma successivamente attorno ad essa si è creata una solidarietà per i bimbi e giovani ospiti della comunità stessa.
Da qualche anno si sono spostati a Ragusa e con lui collaborano altri educatori, assistenti sociali e psicologi che si occupano pienamente delle esigenze fisiche e psicologiche (soprattutto) di questi ragazzi che nella fase adolescenziale hanno bisogno di quei punti di riferimento che per noi magari risultano essere “normali” (mamma, papà) ma che per loro non essendoci è un problema reale, di mancanza di amore, di sostegno, d’affetto… la vita della comunità non è sicuramente facile, ci raccontava anche di episodi in cui si sono innescate situazioni difficili anche di tensione, soprattutto nel momento in cui qualcuno “entra in crisi”; ed è proprio qui che il sostegno psicologico e l’amore svolge un ruolo fondamentale.
Il loro lavoro è improntato sull’amore e l’aiuto per i giovani ed è ispirato ai principi di Don Bosco. I nostri ragazzi sono rimasti incuriositi dai racconti di Sebastiano, di come vivono con gli ospiti, delle difficoltà quotidiane a scuola e di come li stimolano ad essere allegri e a pensare sempre in modo positivo ogni giorno.
Prima di andare a letto è buona usanza in comunità fare una sorta di “esame di coscienza”, così come lo ha denominato Sebastiano il momento serale che vivono insieme ai ragazzi: dire 3 Ave Maria (rivolgersi a Maria Ausiliatrice come faceva Don Bosco nei momenti difficili durante tutta la sua vita), pensare ad una cosa brutta, ad una cosa bella e al gesto d’amore che si è fatto durante la giornata.
Il nostro momento di oratorio virtuale si conclude con una richiesta dei nostri ragazzi di andare a trovare Sebastiano e visitare la comunità, quando ciò sarà possibile, ovvero di assaporare la vita comunitaria fatta di semplici azioni quotidiane ma ispirata ai principi dello stare insieme, essere allegri e nel pensare che non tutti siamo fortunati e quindi e a maggior ragione stare accanto a chi non lo è.
Il motto della comunità di accoglienza Oasi Don Bosco, che poi è quello su cui si è basata tutta la vita di S. Giovanni Bosco è: “Per noi la Santità consiste nello stare allegri”!
di Melinda Nobile