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Anno Domini 2021 – Seconda Settimana Santa in tempo di Pandemia

da Giovanni Fronte
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La Settimana Santa del 2021 ha lasciato nel cuore di ogni fedele sentimenti di gioia mista a tristezza…eh,sì…perché l’ultima volta che siamo stati un assemblea radunata nel nome del Signore (ecclesia/Chiesa) per partecipare alle celebrazioni solenni in presenza della Settimana Santa fu nel 2019 e ancora avevamo negli occhi il ricordo dello scorso anno quando, chiusi nelle nostre case, partecipavamo ai riti tramite le dirette televisive o in streaming.

Tutte le celebrazioni tradizionali di quest’anno sono state caratterizzate dalle restrizioni anti-covid ma, ripensando all’anno scorso, in tanti ci siamo detti: meglio così che stare chiusi in casa, come l’anno scorso. Mi vengono in mente, in proposito, le parole di un mio amico abruzzese che in quest’occasione avrebbe detto: piuttosto che niente, meglio piuttosto.

I riti e le celebrazioni, come di consueto, nella nostra Basilica sono iniziati il Venerdì precedente la Domenica delle Palme: solitamente si porta in processione l’urna reliquiaria e, al termine, la Via Crucis vivente…U venniri da Santa Cascia 2021 ha avuto come momento centrale l’Ora del Calvario, solitamente celebrato la prima domenica di quaresima: un rito paraliturgico volto a rivivere e meditare sulle ultime parole di Gesù morente con la successiva deposizione del Cristo dalla croce da parte dei Confrati e lasciato esposto per la venerazione avendo cura che i fedeli non bacino il crocifisso (come consuetudine):rito preceduto, come sempre, dalla Celebrazione eucaristica e concluso poi con il giro tra le navate della Santa Spina e la chiusura delle porte del SS. Cristo che porta la croce, in attesa del Venerdì Santo.

La Domenica delle Palme è stata una celebrazione solenne e composta, così come la messa in Cena Domini del Giovedì Santo, come sempre: la benedizione dei rami di ulivo è avvenuta all’interno della Basilica stessa dove ognuno è rimasto al suo posto per tutta la durata delle celebrazioni.

Il Venerdì Santo, per i nostri fedeli, è il giorno più lungo e anche quest’anno non fa eccezione: nella notte, a porte chiuse, il SS. Cristo con la croce viene portato dai portatori al centro per la venerazione dei devoti che è iniziata alle ore 6.00 con l’apertura delle porte della Basilica e continuata durante tutta la giornata con un flusso continuo di persone, alla cui sicurezza, mantenimento dell’ordine e rispetto delle norme anti-covid hanno collaborato l’Arciconfraternita, l’Associazione Don Bosco all’interno della Chiesa e, all’esterno, i volontari della Protezione Civile e della Croce Rossa Italiana.

Alle ore 11.00, ora in cui si svolge solitamente lo svelamento dell’immagine, il pellegrinaggio si ferma perché i devoti ci ritroviamo  attorno al SS. Cristo che porta la croce per un momento di preghiera fissando gli occhi e la mente sul volto e sulle mani di Gesù, un volto amorevole ma insanguinato che “grida” innocenza ma con i suoi occhi abbraccia l’umanità sofferente, come ricordava Don Manlio nella sua omelia:

Ricordati di noi, Signore, e delle nostre croci…Gesù, su questa croce, ci indica un luogo d’amore perché sa trasformare la croce in un abbraccio innanzitutto con il suo volto: il suo è un volto d’amore che abbraccia ognuno di noi, le nostre debolezze, le nostre fatiche…

così come le mani insanguinate del Cristo ci riportano alle nostre mani

Le mani del Cristo, mani trafitte dai chiodi…sono le mani di chi, nonostante il dolore, sa far passare la misericordia e tutto l’amore di cui si ha bisogno: è l’amore che dalla croce Cristo lo dona gratuitamente.

Subito dopo, il pellegrinaggio riprende.

Arrivati a sera, alle 18.00 circa (l’ora in cui solitamente inizia la processione con il simulacro) arriva il momento culmine della giornata in occasione dell’azione liturgica dell’Adorazione della Croce come sempre intensamente vissuto e partecipato da tutta la nostra comunità dell’Annunziata e cittadina e durante la quale il pellegrinaggio al SS. Cristo si era nuovamente interrotto e ripreso dopo la funzione: una nota di merito va fatta anche per tutti i fedeli venuti in questo giorno veramente rispettosi del luogo, dell’evento e delle norme anti-covid. La giornata si è conclusa alle 21.30 quando, sempre a porte chiuse, i portatori hanno riportato il simulacro all’interno della propria nicchia rimanendo esposto in attesa della Veglia Pasquale.

Il Sabato Santo è tradizionalmente il giorno del silenzio, in attesa della risurrezione: la Veglia Pasquale, rispettando il coprifuoco, è stata celebrata intorno alle 19.00. Una celebrazione solenne e “insolita”, non solo per l’orario ma per via di tutte le restrizioni anti-covid, avvenuta nel silenzio che dovrebbe contraddistinguere sempre le nostre celebrazioni pasquali.

La Domenica di Pasqua è il giorno della Festa e della gioia per la risurrezione di Cristo: dopo la celebrazione eucaristica pasquale mattutina è avvenuta dal campanile della nostra Basilica, la Benedizione alla Città in luogo del tradizionale incontro con la Vergine addolorata. Inaugurata questa usanza l’anno scorso, in occasione della pandemia e in tanti ci auguriamo che, quando tutto ritornerà alla normalità, questa usanza continuerà ad essere presente.

In conclusione, si può dire che è stata una Settimana Santa, quella appena trascorsa, vissuta in tono minore quindi ma non certo meno solenne degli altri anni, così come merita di essere celebrato l’evento centrale della nostra fede cattolica: la morte e Risurrezione di Cristo.
e…Viva lu Patri!

(foto di Rosario Rustico: La venerazione dei devoti il Venerdì Santo 2021)

1 commento

rosariapiazzese36@ gmail .it 16 Aprile 2021 - 14:03

Giovanni sempre molto belli e imteressanti i tuoi articoli
Complimenti

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