In un’epoca marchiata dal cambiamento costante, da una salda presa di coscienza e da una ricerca di valori che si allontanano furiosamente da quelli con cui i nostri genitori e i nostri nonni sono cresciuti, essere adolescenti assume nuovi significati.
Trovare la propria identità sotto l’impatto della forza omologatrice della nostra realtà globalizzata e sempre più precaria diventa un fardello talvolta difficile da sostenere.
Se gli adulti continuano a rappresentare un modello con il quale rapportarsi e cercare il confronto, diventano soprattutto un modello da cui diversificarsi e con i quali è facile trovare lo scontro, nella ricerca disperata di trovarsi e conoscersi.
Siamo circondati da adulti che il più delle volte hanno ideali diversi dai nostri: dentro casa ce n’è almeno uno che non smette mai di fare domande e che a volte ci guarda con uno sguardo gonfio di preoccupazione, ogni mattina condividiamo con molti di loro quello che sembra un campo di battaglia, un adulto da un lato e venti ragazzi un po’ spenti dall’altro. Poi ancora durante l’allenamento, durante le feste con le loro domande inopportune, in quel negozio in cui non rientreremo più dato che la commessa non aveva tempo da perdere con dei ragazzini.
Troppo nostalgici del passato, con tante storie da raccontare e tediosamente seri, ci è difficile credere che capiscano come ci sentiamo o che anche loro siano stati ragazzi una volta.
Ma se c’è chi contesta o è spaventato da queste interazioni, c’è anche chi trova facilmente punti di incontro e le predilige, riuscendo a trarne insegnamenti importanti. La voglia di andare oltre i luoghi comuni difatti è senza dubbio qualcosa che contraddistingue la nostra generazione.
Maddalena di 16 anni ci racconta:
«Mi è sempre piaciuto coltivare relazioni “in verticale”, con persone più grandi e mature di me. Come ci hanno sempre insegnato le fiabe e la nonna saggia che compariva in ogni storia, credo che chi ha più esperienza di vita di noi ci possa insegnare molto più dei libri di scuola. I miei professori ed i miei genitori sono per me maestri di vita, da ascoltare e dai quali apprendere ogni volta che se ne presenta l’occasione.
Purtroppo noto che tra i miei coetanei sono in pochissimi a pensarla in questo modo. C’è una diffusissima arroganza che ci sta portando a non prendere più gli adulti come punti di riferimento, ma a volerli superare quasi fossero ostacoli.»
L’approccio dei giovani è dunque vario e assume forme diverse soprattutto a seconda del rapporto che abbiamo con coloro che ci hanno cresciuto e guidato fin dall’infanzia: molti ragazzi tenderanno a cercare approvazione da una figura adulta, altri ne saranno intimiditi e amareggiati e altri ancora la vedranno come un modello da seguire e da cui imparare.
C’è da dire che non sempre la maturità di una persona dipende dalla sua età: ci sono giovani costretti a diventare adulti e mettere da parte i pupazzi troppo presto, e chi nel corpo di un adulto è un eterno Peter Pan. Questa consapevolezza rende ancora più difficile la creazione di un ponte.
Questo rapporto è chiaramente ricco di contrasti e contraddizioni ed è capitanato da un senso di inadeguatezza da ambo le parti.
Terminare la sempreverde lotta generazionale è il mio auspicio.
Reduci da una pandemia, siamo stati costretti a fare i conti con noi stessi, chiusi nelle nostre camere con la nostra sola compagnia. Questo ci ha reso più impazienti e reattivi, ci ha allontanato e ad avvicinarci è stata la voglia di cambiare le cose. È in voi adulti che noi riponiamo le nostre speranze: paradossalmente da voi notiamo se le cose stanno finalmente progredendo. Vedervi interessati in quelle che sono le nostre cause è per noi una rassicurazione che va al di là della voglia di indipendenza.
“Essere al passo con i tempi” è difficile perfino per noi e non pretendiamo che voi lo siate.
Quello che noi chiediamo è ascolto ed empatia, credibilità e fiducia, dialogo, che viene a mancare nonostante sia lo strumento più significativo ed efficace per non rimanere bloccati nella comodità delle proprie convinzioni, e rispetto.
Morena Di Tommasi
Istituto Curcio Ispica classe 3c scientifico