Continua la pubblicazione delle testimonianze meditate durante l’Ora del Calvario 2025.
TESTIMONIANZA DI COME SI VIVE NELLA FRAGILITA’
Circa 20 anni fa una grave malattia il Mielite, mia ha costretto sulla sedia a rotelle, togliendomi prima l’uso degli arti inferiori e in seguito l’uso della parte rimanente del mio corpo.
Non sono più stata in grado di muovere un dito, né di vivere senza l’aiuto continuo degli altri, in tutto e per tutto. Da allora ho constatato quanto l’argomento “fragilità umana” possa manifestarsi concretamente, in modo improvviso, crudele e terribile, fino a determinare l’esistenza delle persone.
Così la mia naturale fragilità, da carattere passivo del mio essere, si è mostrata come elemento attivo che ha continuato a sconvolgere, percuotere e umiliare senza tregua l’esistenza mia e dei miei congiunti. Essa è diventata un elemento familiare, ma invece di soccombere a lei, con la disperazione, affronto tutto con il sorriso ho voluto conservare la mia vita. Per mio figlio, per mio marito per me stessa. Vivo, prima di ogni altra cosa, perché mi piace ancora tantissimo respirare, vedere, pensare, parlare, comunicare agli altri sentimenti ed emozioni e amare ancora la vita con passione, malgrado tutto.
Per salvaguardare la mia salute mentale e sociale avrei dovuto tenere perennemente alta la guardia, sempre pronta a usare quelle piccole residue risorse morali, fisiche e spirituali che mi sono state concesse. Così passo le mie giornate scandite da momenti piacevoli, a volte anche autoironici, affrontando i malesseri quotidiani con forza e con la volontà continua di voler stare bene.
Vivo una vita normale, circondata, dalla mia famiglia, da mio marito prima di tutto, che nonostante la sua malattia, è una presenza costante e assidua nella mia esistenza; mio figlio che non ci abbandona mai, e vedere il proseguo della sua vita è stato da sempre lo stimolo più importante per me. I miei genitori e mia suocera e mia zia che si sono occupati di me e delle mie necessità fino a quando hanno potuto. Le mie amiche, e tutti coloro che accompagnano i momenti della mia giornata, senza la presenza di queste persone, non potrei andare avanti, loro sono le mie braccia e le mie mani, grazie a loro posso usare il telefono e entrare in contatto con il mondo.
La mia esistenza è scandita dalla preghiera, grazie alla televisione posso seguire la messa, recitare il rosario ed avere una vita spirituale completa. Io non mi lamento e non mi compiango per non avere più l’uso degli arti, non mi abbatto, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno; continuo a vivere come se non fossi stata privata di una vita normale. Mi sento nata per la libertà, la gioia, l’amore. Ed è questo che vado avanti nonostante tutto. La fragilità della mia condizione è compensata da chi mi sta accanto.