Home Annunziando Presentati due nuovi restauri in Basilica

Presentati due nuovi restauri in Basilica

da Redazione
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Il 27 novembre scorso si è tenuta, presso la Basilica della SS. Annunziata di Ispica, la conferenza di presentazione dei lavori di restauro di due opere esistenti all’interno della Basilica stessa: la statua lignea policroma della Madonna della medaglia miracolosa e la tela delle anime sante del purgatorio.

Erano presenti l’assessore Cafisi, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, il Presidente dell’arciconfraternita dell’Annunziata, Ingegner Gaetano Fidelio, i due restauratori , vale a dire la dottoressa Mallia e il dott. Bauso, e Don Manlio Savarino parroco dell’Annunziata.

Dopo i saluti del Presidente Fidelio che ha brevemente presentato  le opere e dopo l’intervento dell’assessore Cafisi che ha ringraziato per l’impegno dimostrato la comunità parrocchiale e l’Arciconfraternita, sono intervenuti i due restauratori.

Ha aperto la dottoressa  Valeria Mallia che si è occupata, nei mesi scorsi, del restauro della statua. La restauratrice ha spiegato come il primo intervento abbia interessato la ripulitura della statua dagli insetti xilofagi, insetti che scavano piccole gallerie all’interno del legno e che, nel caso in questione, avevano eroso la statua internamente e non solo, rovinando l’insieme. Il secondo intervento ha riguardato la pulizia della parte esterna dai fumi delle candele, dalla fuliggine che nei decenni si erano depositati.L’ultima fase, non meno delicata ha riguardato il ripristino dei colori originali, la stesura dei fogli di oro della qualità originaria, la stesura di una patina protettiva su tutta la superficie. L’opera lignea,  di gusto napoletano, è datata e firmata sul retro, “1885, MF Pedace”. Nella sua compostezza e sobria eleganza, riporta allo stile neoclassico, lo stile in auge in quel periodo storico. Per quanto riguarda l’autore, poco sappiamo, anche se la scuola èquasi certamente quella di Francesco Citarelli, mentre il cognome fa pensare a un altro grande scultore: Enrico Pedace, anch’esso di scuola napoletana ma vissuto nel ‘700.

Subito dopo è intervenuto il dott. Bauso che ha condotto il delicato restauro della tela settecentesca raffigurante “La messa di San Gregorio”.

Il lavoro del restauratore, in questo caso, ha incontrato serie difficoltà iniziali, dovute al fatto che la tela negli anni si era scollata dalla cornice, nella parte sommitale, dando un effetto “a onda” su tutta la superficie dell’opera. Dopo aver ricreato l’intelaiatura su cui poggiare e mettere in tensione la tela, si è passati al lavoro di restauro vero e proprio che è consistito nella ripulitura della superficie, anch’essa ricoperta dai depositi della combustione delle candele, da pulviscolo e da altro materiale, che ne alterava la lettura e, in alcuni punti addirittura la impediva. Dopo aver fatto dei saggi in alcuni punti dell’opera,  il dott. Bauso, ha iniziato a rimuovere la patina fino ad arrivare ai colori originali. L’autore dell’opera settecentesca, ha operato tramite velature successive che alla fine hanno dato il risultato finale. Dunque la bravura del restauratore sta nel capire fin dove spingersi al fine di non alterare o addirittura rovinare l’opera, rimuovendo solo la patina di sporco senza intaccare i colori originali.

Alla fine del lavoro di restauro, i colori originali sono riemersi definitivamente e con essi alcuni particolari dell’opera; ad esempio la colomba dello spirito santo, in alto, o la teoria di anime nella parte bassa che disperatamente alzano le braccia verso il santo; o ancora un puttino che scruta le anime facendo capolino da dietro San Gregorio. Soprattutto, è riemersa la firma dell’autore; in basso a destra infatti si legge “Corradus Cappello”, pittore ad oggi sconosciuto che si muoveva comunque nell’ambito della tradizione pittorica siciliana di metà settecento. Tradizione pittorica che guardava a Roma e a Napoli e che usava colori luminosi e”leggeri”: il rosa, l’azzurro, il verde e, in questo caso, il bel viola delle ali dell’angelo che versa il contenuto della coppa che ha in mano.

Alla fine della serata, Don Manlio ha chiuso la conferenza ricordando quanto  lo sforzo della comunità parrocchiale e dell’arciconfraternita siano importanti nel mantenere e custodire l’immenso patrimonio artistico  e spirituale che la Basilica della SS. Annunziata orgogliosamente detiene.

di Salvatore Rabbito

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