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Don Paolo Ferlisi e l’Arciconfraternita SS. Annunziata

da Redazione
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La collaborazione tra l’Arciconfraternita della SS. Annunziata e Padre Paolo Ferlisi iniziò sin da subito dopo il suo insediamento a parroco della Parrocchia SS. Annunziata. Venne nella nostra Comunità proveniente da Scicli, nei primi anni ottanta e  trovò una situazione  particolare. Mosse i primi passi nella nostra Comunità con discrezione ed umiltà, ma  con risolutezza. Instaurò da subito  un ottimo rapporto con il Commissario dell’Arciconfraternita, poi divenuto Presidente, che continuò con gli altri presidenti che si sono succeduti  e con i Confrati tutti. Mi ricordo quando veniva all’officina da mio Padre, allora Commissario dell’Arciconfraternita, per discutere dei vari problemi e delle soluzione che andavano prese. Mi ricordo quando decisero di restaurare il simulacro del Cristo con la Croce. Si assunse, unitamente all’Arciconfraternita, l’onore ma anche e soprattutto la responsabilità del restauro del trittico statuario del simulacro del SS. Cristo con la Croce, risolvendo una esigenza che andava avanti da parecchi anni  ed ottenendo un ottimo risultato.

Mi ricordo quando mi chiese di entrare a far parte dell’Arciconfraternita per cercare di ringiovanirla e cambiare in parte la mentalità che c’era. Voleva coinvolgere maggiormente l‘Arciconfraternita nella Comunità Parrocchiale, auspicava che i Confrati fossero più partecipi ai momenti liturgici della nostra Comunità. Col tempo, piano piano, tanto si è fatto con Lui e grazie a Lui, e poi si è continuato con Don Giuseppe Stella, suo successore.

Dopo un periodo di assestamento e di conoscenza della realtà parrocchiale ed in particolare  dell’Arciconfraternita, si rese conto che occorreva un suo intervento per  far crescere la spiritualità dei Confrati. Nel corso degli anni cercò  di modificare e migliorare la loro  mentalità  e soprattutto coinvolse molti giovani della Parrocchia che  invitava anche  a farsi Confrati. Iniziò cosi un cammino di crescita spirituale  e soprattutto di maturazione dei Confrati, con l’obiettivo  di integrare sempre di più l’Arciconfraternita all’interno della Comunità Parrocchiale.

Per molti di noi Confrati fu il nostro padre spirituale,  il sacerdote con il quale siamo cresciuti anagraficamente  e soprattutto spiritualmente.

Nel 1992 quando ad alcuni balenò l’idea di creare una scenografia sull’altare maggiore  per rievocare la Resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo (Sepolcro), nel momento del Gloria della Veglia Pasquale, Don Paolo, pur avendo dato il suo consenso, rimase molto titubante e perplesso su quanto si stava facendo. Aveva avuto paura del risultato finale fino a quando poi, raggiante, ne rimase contento e lo ripropose per gli anni successivi. Lo stesso timore manifestò il Venerdì Santo 1993, quando tanti giovani nunziatari fecero di tutto per riportare il SS. Cristo con la Croce con la Vara in  processione  al Parco Forza. Don Paolo quando vide la compostezza, il garbo, il silenzio dei portatori durante la processione, rimase stupito e fu il primo ad acconsentire che il SS. Cristo con la Croce venisse portato con la vara anche negli anni successivi.  Nei primi anni 2000, quando iniziarono i lavori di restauro della Chiesa e dell’organo, Padre Ferlisi fu felicissimo che finalmente la Basilica venisse riportata all’antico splendore. Senza dubbio alcuno Lui preferiva curare  le persone, la Comunità, la loro crescita spirituale.

Il suo rapporto con i Confrati, fu un rapporto, da  padre di famiglia, con le carezze e le tiratine di orecchie. Ma noi Confrati lo ricorderemo sempre soprattutto per gli anni della malattia, per l’umiltà e la dignità con le quali visse gli ultimi anni, sofferente ma sempre al servizio  di tutta la Comunità Parrocchiale. Lo ricorderemo per le sue ultime omelie, veri e propri testamenti spirituali e soprattutto per la grande testimonianza della sua fede in Cristo.

E’ stato un sacerdote autentico ed innamorato dell’Eucarestia, che riusciva a trasmettere sicurezza ed amore. Le parole pronunciate nelle omelie venivano dal profondo del suo cuore, la sua vita quotidiana era una concreta testimonianza di fede. Diceva sempre che le parole sono importanti, ma la vita concreta vale molto di più. Ci piace ricordarlo nella sua Chiesa, disponibile sempre per le confessioni, in quella sedia nella Cappella del SS. Sacramento, pronto ad offrire il suo tempo e l’ascolto per quanti ne avessero bisogno. Un grande uomo, un grande sacerdote!

di Gaetano Fidelio

Presidente Arciconfraternita SS. Annunziata

 

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