“Io penso che nel nostro quotidiano, guardando alle sfide del mondo di oggi e pensando alla costruzione del futuro, possiamo rispondere e reagire in tre modi: il primo è fregarsene, pensando solo a noi stessi e questo è l’atteggiamento di chi pensa che le grandi scelte della storia non passino dalle nostre mani, allora, che valga la pena, in questa complessità della vita, pensare un po’ a noi stessi e cercare di arrivare dove vogliamo; il secondo atteggiamento è arrabbiarsi, proprio di chi è profondamente deluso e che, piuttosto che agire come collaboratore di speranza, si muove per distruggere ogni speranza; il terzo atteggiamento è quello di impegnarsi con consapevolezza, cioè impegnarci consapevoli che la storia passa anche dalle nostre mani e che ciascuno di noi può contribuire, attraverso le proprie mani, fatte di imperfezioni e fragilità, ma indispensabili, a tracciare quelle rotte coraggiose che possano costruire un mondo in cui sia più bello e possibile vivere per tutti e per tutte. Noi giovani abbiamo delle mani fragili, perché, ce lo dicono tutte le statistiche, siamo una generazione inquieta. Questo va bene, possiamo accettarlo, ma noi giovani siamo anche portatori di mani coraggiose che hanno la capacità di sognare… La rivoluzione ha inizio davanti allo specchio, quando ciascuno di noi sa impegnarsi con consapevolezza e spirito critico. “
Lorenzo Zardi (vice presidente nazionale dei giovani di AC). Da Orizzonte Comune.
Con il termine bene comune si va ad indicare l’interesse generale dei cittadini a favorire il benessere della comunità. Per Platone esso coincideva con il bene supremo che il governatore (filosofo) poteva acquistare dopo una lunga formazione, solo allora acquistata la saggezza egli era in grado di trasferire quel senso di giustizia, prima maturato nell’anima, nella società.
Noi ragazzi del post cresima, Giovanissimi di Ac, in quanto cittadini ci siamo interrogati sul bene comune e perciò sul benessere della nostra “Ispica”. L’attività svoltasi in più incontri si è articolata in maniera differente. Da prima siamo venuti a contatto con questa espressione “Bene Comune ” e divisi in gruppi abbiamo indagato sul legame che ci fosse tra queste due parole, un legame che sembrava invisibile ma solo dopo un attenta osservazione quell’unione era visibile.
Successivamente da veri cittadini ci siamo posti una domanda:- la nostra “Ispica” sta bene?-. Una domanda che sembra banale la cui risposta apparirebbe un categorico sì, ma non è così, il nostro paese non sta bene. Droga , movida, ladri , molestatori e suicidi, questa è diventata Ispica, un luogo dove per le ragazze non è più sicuro uscire la sera, un luogo dove i sacrati della chiesa sono pieni di drogati, ma soprattutto Ispica è diventato un luogo che piange la perdita dei suoi cittadini che stremati e non compresi compiono un atto estremo: il suicidio.
La nostra casa soffre e insieme a lei pure noi, perciò noi non ci siamo arresi e partendo da queste realtà abbiamo cercato insieme delle soluzioni: Formazioni nelle scuole, sensibilizzazione ai cittadini con incontri pubblici, divulgazione degli sportelli di ascolto, maggiori controlli. Queste sono solo alcune soluzioni che abbiamo trovato. Essere cittadini non vuol dire solo appartenere a un luogo ma anche averne cura e perciò giusto e nostro dovere aiutare il nostro paese non come singoli ma come comunità.