Aiutare i genitori, gli insegnanti, gli educatori nella comprensione dei figli e dei giovani per guidarli nei passaggi della loro crescita, nella presa di coscienza degli aspetti problematici a essi legati e nell’attivazione delle risorse necessarie per affrontare il percorso educativo. Di questo si è parlato, in sintesi, domenica pomeriggio presso la Basilica della SS. Annunziata con un relatore d’eccezione: lo psicologo e psicoterapeuta Ezio Aceti. Con la sua grinta e i suoi moniti ha lasciato ai tantissimi presenti la voglia di interrogarsi, di riflettere e di credere ancora che è possibile riscoprire “la bellezza dell’educare”.
Aceti ha richiamato subito l’attenzione sulla crisi educativa che oggi investe non solo i rapporti genitori-figli, ma anche quelli tra insegnanti-studenti e tra istituzioni-cittadini. Per far capire come si è arrivati a tutto ciò, ha delineato la differenza tra quello che avevamo ieri e quello che abbiamo oggi. Ieri primeggiavano le regole, la coerenza educativa, l’educazione autorevole, la speranza nel futuro; oggi le emozioni, con pochi punti di riferimento, dentro una crisi educativa seria che guarda al futuro in modo incerto. Siamo tutti più soli pur essendo tutti connessi da una capo all’altro del pianeta: e più di tutti lo sono i bambini. Tuttavia la crisi non è negativa. Bisogna piuttosto superare le nostalgie del passato, le rigidità educative, l’infantilizzazione degli adulti e l’adultizzazione infantile. Dobbiamo guardare al pellicano che vola in alto, vede i pesci e li porge poi ai piccoli così come sono in grado di prenderli. Bisogna eliminare i pregiudizi e ritornare a quell’essere stati creati a immagine di Dio. Genitori ed educatori devono fare in modo che il Vangelo diventi la loro verità interiore: siamo stati programmati per amare, per essere relazione, per condividere la verità e per mettere in funzione il terzo orecchio ovvero quello della trascendenza dove si ascolta la voce di Dio.
Sempre con riferimento al difficile compito dell’educare, Aceti si è soffermato anche sui bambini nella fascia di età 0-10 anni argomentando su come è importante che questi diventino autonomi dando loro fiducia, costruendo situazioni di successo e mostrando sempre la bellezza dell’amore nella coppia. Quando due genitori si amano, il bambino prova la cosa più grande: sente di essere nato da quell’amore lì. Aceti ha concluso il suo incontro dando a tutti la possibilità di riflettere su come sia importante trasformare l’energia del nostro scoramento, delle nostre arrabbiature in energia positiva.
Non bisogna farsi prendere dallo scoraggiamento, ha detto, ma rialzarsi subito, convinti che possiamo sì sbagliare, ma dobbiamo sempre crederci ed essere convinti che con la caparbietà e la convinzione possiamo trasmettere ai nostri figli, ai nostri giovani la bellezza di educare. Un messaggio dunque di fiducia, di speranza per i tanti presenti che hanno assistito all’incontro: anche se spesso la strada maestra sembra smarrita, c’è ancora la possibilità di spuntarla. Sta a noi sfruttarla!