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Giornata Mondiale di preghiera per la cura del creato

da Redazione
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Cari fratelli e sorelle!

“Che scorrano la giustizia e la pace” è quest’anno il tema del Tempo ecumenico del Creato, ispirato dalle parole del profeta Amos: «Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (Am 5,24).

E’ l’incipit con il quale papa Francesco inizia il messaggio rivolto all’umanità intera, in occasione della Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato, che sarà celebrata il prossimo 1° Settembre.
Questo messaggio si inserisce e si contestualizza nel cosiddetto Tempo del Creato cioè un tempo di grazia che la Chiesa, nel dialogo ecumenico, offre all’umanità per rinnovare il suo rapporto con il Creatore e con il creato, attraverso la celebrazione, la conversione e l’impegno comunitario.
In altre parole, il Tempo del Creato è la celebrazione ecumenica annuale di preghiera e di azione per la nostra casa comune; esso inizia il 1° settembre, Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, e termina il 4 ottobre, festa di San Francesco d’Assisi, patrono dell’ecologia amato da molte confessioni cristiane.

Ogni anno, dunque, la famiglia cristiana si unisce per questa celebrazione mondiale di preghiera e azione per proteggere la nostra casa comune. Come seguaci di Cristo da tutto il mondo, condividiamo una chiamata comune a prenderci cura del creato. Siamo co-creature e parte di tutto ciò che Dio ha creato. Tutto questo per ricordarci che il nostro benessere si intreccia con il benessere della Terra.

Quest’anno, il Comitato Direttivo Ecumenico del Tempo del Creato ha proposto il tema “Che la giustizia e la pace scorrano” e il simbolo è “Un Fiume Possente”.
Come anticipato, il profeta Amos grida: “Piuttosto come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne” (Am 5,24) e quindi siamo chiamati a unirci al fiume della giustizia e della pace, ad impegnarci per la giustizia climatica ed ecologica e a parlare con e per le comunità più colpite dall’ingiustizia climatica e dalla perdita di biodiversità.

Papa Francesco, ha fatto sue, anche le parole che il Santo assisiate riportava nel suo cantico più conosciuto: “Laudato Si’, mi Signore, con tutte le tue creature”.
Con questa preghiera semplice ma profonda, il Serafico Padre, ha permesso ai credenti di molte generazioni di riconoscere la creazione come il frutto dell’eterno Amore di Dio, invitandoci a riflettere e a direzionare le nostre preghiere, prediche e liturgie verso l’invocazione della Giustizia non solo per gli esseri umani ma per tutta la creazione.

Papa Francesco vuole aprire nuovi orizzonti verso una rinnovata consapevolezza dove veicolare la Giustizia che, unita alla pace, ci chiama a pentirci dei nostri peccati ecologici e a cambiare i nostri atteggiamenti e le nostre azioni.
La rettitudine, leggiamo nel suo Messaggio, esige che viviamo in pace, non in conflitto con i nostri vicini umani e che costruiamo giuste relazioni con tutta la Creazione. La “pace” (shalom) implica non solo l’assenza di conflitto, ma rapporti positivi e vivificanti con Dio, noi stessi, i nostri vicini umani e tutta la creazione.

Proprio come gli affluenti si uniscono per formare un possente fiume, siamo invitati a unirci al fiume della giustizia e della pace a nome di tutta la creazione e a far convergere le nostre identità individuali, di nome, famiglia o comunità di fede, in questo più grande movimento per la giustizia.

A conclusione del Messaggio, papa Francesco, come è solito fare nei suoi scritti, ci dà anche delle dritte, ovvero dei consigli su come attuare queste parole. Egli scrive: Come possiamo contribuire al fiume potente della giustizia e della pace in questo Tempo del Creato? Cosa possiamo fare noi, soprattutto come Chiese cristiane, per risanare la nostra casa comune in modo che torni a pullulare di vita?

Dobbiamo decidere di trasformare i nostri cuori, i nostri stili di vita e le politiche pubbliche che governano le nostre società. Come? Per prima cosa, puntare alla “conversione ecologica” che San Giovanni Paolo II ci ha esortato a compiere verso il rinnovamento del nostro rapporto con il creato, affinché non lo consideriamo più come oggetto da sfruttare, ma al contrario lo custodiamo come dono sacro del Creatore.

In secondo luogo, ci esorta, a contribuire al flusso di questo potente fiume, trasformando i nostri stili di vita. Partendo dalla grata ammirazione del Creatore e del creato, continua dicendo, pentiamoci dei nostri “peccati ecologici”, così come avverte anche il Patriarca Ecumenico Bartolomeo. Questi peccati danneggiano il mondo naturale e anche i nostri fratelli e le nostre sorelle.

Cerchiamo di essere il più possibile attenti alle nostre abitudini e scelte economiche, così che tutti possano stare meglio: i nostri simili, ovunque si trovino, e anche i figli dei nostri figli.

Collaboriamo alla continua creazione di Dio attraverso scelte positive: facendo un uso il più moderato possibile delle risorse, praticando una gioiosa sobrietà, smaltendo e riciclando i rifiuti e ricorrendo ai prodotti e ai servizi sempre più disponibili che sono ecologicamente e socialmente responsabili.

Infine, affinché il potente fiume citato dal profeta Amos continui a scorrere, dobbiamo trasformare le politiche economiche che favoriscono per pochi ricchezze scandalose e per molti condizioni di degrado decretano la fine della pace e della giustizia. È ovvio che le Nazioni più ricche hanno accumulato un “debito ecologico”, esse devono ascoltare la scienza e iniziare una transizione rapida ed equa per porre fine all’era dei combustibili fossili.

Alziamo la voce, conclude il Pontefice, per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Faccio appello a tutte le persone di buona volontà affinché agiscano in base a questi orientamenti sulla società e sulla natura.

di Donato Bruno

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