Home Tra terra e cielo Sant’Antonio Abate, simbolo di fede e amore per il creato

Sant’Antonio Abate, simbolo di fede e amore per il creato

da Redazione
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Ispica celebra ogni anno la memoria di S. Antonio Abate, la cui solennità ricorre il 17 gennaio e ama questo simbolo di forte spiritualità e di amore per il creato.  S. Antonio è un santo che ci invita a riagganciarci al creato, alla natura, ai campi e agli animali e a ritrovare nella solitudine nella natura la spinta alla fede e a perseguire la bellezza del Cristianesimo.

Antonio nacque a Coma in Egitto intorno al 251, figlio di agiati agricoltori cristiani. Rimasto orfano prima dei vent’anni, con una sorella minore cui badare, sentì ben presto di dover seguire la chiamata del Signore. Quindi, distribuì i suoi beni ai poveri e affidò la sorella a una comunità femminile, per seguire la vita solitaria in preghiera, povertà e castità.

Si spostò verso il Mar Rosso sul monte Pispir in una fortezza romana abbandonata. Qui, vi rimase per 20 anni tormentato, secondo la leggenda, dal demonio. Con il tempo molte persone vollero stare vicino a lui e, abbattute le mura del fortino, liberarono Antonio dal suo rifugio.

Ilarione, il celebre santo sostato a Cava Ispica, visitò nel 307 Antonio, per avere consigli su come fondare una comunità monastica a Majuma, città marittima vicino a Gaza.

Nel 311, durante la persecuzione dell’imperatore Massimino Daia, Antonio tornò ad Alessandria per sostenere e confortare i cristiani perseguitati. Visse i suoi ultimi anni nel deserto della Tebaide dove, pregando e coltivando un piccolo orto per il proprio sostentamento, morì, all’età di 106 anni.

La festa di Sant’Antonio Abate a Ispica si svolge nell’omonima chiesa parrocchiale, nella settimana includente il 17 gennaio, giorno della memoria liturgica del Santo Anacoreta, fino alla domenica successiva, in cui al termine della solenne celebrazione eucaristica mattutina, si svolge, in una gremita piazza Sant’Antonio, la benedizione degli animali e dei campi. La festa diventa, di anno in anno, occasione di crescita spirituale ed ecclesiale per la nostra comunità, che ci vede tutti i giorni, da un paio di settimane prima, impegnati sotto vari aspetti: i parrocchiani volenterosi effettuano le pulizie straordinarie in chiesa; le donne della comunità si riuniscono nelle abitazioni per preparare i tradizionali “cucciddateddi” di Sant’Antonio; l’Arciconfraternita, promotrice della festa, e il gruppo giovani cooperano per la stesura del programma e l’organizzazione della festa che anima il quartiere più antico della città, l’unico rimasto in vita dopo il terremoto del 1693.

Quest’anno, i festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate, inizieranno proprio nel giorno della sua memoria liturgica, martedì 17 gennaio, con l’Adorazione Eucaristica pomeridiana e la solenne celebrazione eucaristica vespertina. Continueranno, giorno 18,19 e 21 con il triduo in preparazione alla festa (con un’interruzione venerdì 20 per l’unica Concelebrazione Vicariale in Chiesa Madre per la Festa della Sacra Famiglia) e poi culminare domenica 22 con la Solenne Celebrazione Eucaristica mattutina, delle ore 10:00, presieduta da Don Giorgio Parisi, Assistente Diocesano delle Confraternite. All’interno della celebrazione saranno accolti e ammessi i nuovi confrati nell’Arciconfraternita e verranno rinnovati, da parte di tutti gli altri, gli impegni di vita cristiana. Al termine di essa, il settecentesco Simulacro del Santo viene esposto sul sagrato, dove seguirà la benedizione degli animali e dei campi, attesa dalla città che partecipa con emozione e fede.

Francesco Floridia

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