Nei giorni 31 ottobre e 1 novembre, noi ragazzi cresimandi abbiamo partecipato al campeggio organizzato dalla nostra Parrocchia. Siamo partiti giorno 31 da Ispica e siamo arrivati a destinazione alle ore 11:30.
La prima giornata è stata fantastica. Durante la mattinata abbiamo visitato il posto e ci siamo divertiti a giocare a calcio. Abbiamo poi pranzato e sistemato le nostre camere da letto. Il pomeriggio invece, ci siamo sistemati sotto ad un grande albero e abbiamo affrontato il tema centrale di quella esperienza: la Santità. Ci è stato spiegato che Santità non significa fare qualcosa di immenso e speciale, ma bensì la Santità si trova in tutti i giorni e nelle piccole cose: quando aiutiamo un compagno, quando facciamo del bene, quando usiamo la quotidianità per fare del bene. Un esempio di persona diventata Santa nella normalità è Carlo Acutis: un ragazzo morto a soli 15 anni, che però durante i suoi anni di vita si dedicò a spargere la parola di Dio attraverso l’uso di internet. Questo significa che tutti siamo e possiamo diventare Santi nelle nostre piccolezze, in quelle azioni che possono sembrare insignificanti ma che possono valere molto più di altre. La sera abbiamo concluso la giornata con una bellissima e divertentissima “serata discoteca”.
Il secondo giorno però, è senza dubbio stato il migliore. Sono infatti arrivati i ragazzi del post-cresima che hanno aggiunto grande spirito e divertimento in quella fantastica giornata. Sono arrivati anche Daniela e Sebastiano, una coppia che nella loro normalità, ha scoperto la Santità. Questa coppia lavora in un centro di accoglienza, una casa che ospita le persone bisognose. Oltre al loro lavoro però hanno deciso di dedicarsi con grande interesse alla Chiesa, che ha cambiato loro la vita. Ci hanno raccontato di cosa significa essere Santi nella normalità, ma soprattutto ci hanno fatto capire l’importanza e il valore della Chiesa. La loro storia mi ha colpito molto ma soprattutto mi ha inspirato, perché capita spesso a tutti di non essere al meglio, o magari di stare proprio male, ma in quei momenti dobbiamo sempre ricordarci che c’è qualcuno accanto a noi che ci consola e ci indica la via giusta per uscire dai nostri problemi: Dio.
Il pomeriggio è stato poi dedicato ai balli e alla musica. Noi ragazzi ci siamo divertiti un mondo, in primis perché abbiamo imparato a conoscerci a vicenda, a diventare AMICI, ma soprattutto perché questo campeggio ci ha lasciato qualcosa, ci ha lasciato degli insegnamenti, nel suo piccolo ci ha fatto crescere. Ci ha insegnato il valore dell’amicizia, dell’unione e della Chiesa, che per noi deve diventare come una famiglia.
Questa è stata la nostra fantastica esperienza.
di Saro Gradanti