Nella giornata di domenica 22 maggio con i ragazzi del catechismo, accompagnati dai catechisti, dai genitori e da noi ragazzi del post cresima, abbiamo organizzato una gita di un giorno, a Ragusa Ibla -Modica. Partiti da Ispica in autobus, siamo arrivati a Ragusa Ibla in mattinata, dove abbiamo visitato il Duomo di S. Giorgio, una chiesa in stile quattrocentesco, della quale una guida ci ha raccontato la sua storia antica e delle sue bellezze artistiche. Dopo una lunga passeggiata tra le zone più antiche di Ragusa Ibla, abbiamo visitato il bellissimo Giardino Ibleo, dove i ragazzi hanno potuto concedersi un po’ di riposo e godersi la tranquillità.
Il nostro viaggio, però, non era ancora finito, infatti, subito dopo questa lunga pausa siamo ripartiti verso la nostra seconda meta: la città di Modica dove siamo stati accolti calorosamente dalla comunità dei Salesiani, una delle istituzione religione fondate da Don Giovanni Bosco, nell’Istituto salesiano di San Domenico Savio, che prima era un collegio. Lì gli animatori salesiani dell’oratorio avevano messo a disposizione per noi delle stanze all’interno dell’Istituto per consumare il nostro tanto atteso pranzo a sacco. Dopo questo momento di riposo, ci hanno portato, in due gruppi alternati, a visitare i luoghi di Modica dove visse Nino Baglieri. La storia della figura di Nino Baglieri è una storia molto travagliata, segnata dal dolore, dalla rassegnazione, ma anche dalla determinazione e dalla forza della fede. Questo è stato possibile grazie alla sorella di Nino, Rosetta e agli amici del “Gruppo Nino Baglieri”.
Nino nacque il 1 maggio 1951 a Modica, da papà Pietro e mamma Giuseppina; frequentò e terminò gli studi elementari, ma decise poi di non continuare, decidendo invece di intraprendere la carriera di muratore. Tuttavia, un terribile incidente segno gli anni giovanili di Nino, infatti, il 6 maggio 1968, a diciassette anni Nino cadde da un’impalcatura da 17 metri. L’accaduto è un disastro per la famiglia e per Nino stesso che ha scoperto con amarezza di essere rimasto paralizzato a vita. Passano dieci anni, che Nino vive nel buio più oscuro, immerso in un profondo sconforto, non esce mai di casa e la solitudine pare diventata la sua unica compagna fidata. La madre Giuseppina confida in Dio e non si scoraggia, organizza infatti una preghiera collettiva per Nino, non tanto per guarirlo dal suo stato fisico, ma per rinnovare invece il suo spirito.
Così il 24 marzo 1978, venerdì santo, avviene un cambiamento in Nino: dapprima lui non confida nella vera utilità di questa preghiera e le sue speranze vanno via via svanendo, finché non sente in se una trasformazione, sente la presenza di Dio, che lo aiuta a sostenere la sua croce, a quel punto a tutta l’oscurità degli anni passati si sostituisce la luce di Dio e il calore dello spirito Santo. Nino incomincia così una nuova vita; imparando a scrivere con la bocca, scrisse le sue memorie e rispose alle molteplici lettere dei più bisognosi provenienti da tutto il modo, facendosi così portavoce della fede in Dio e della speranza; entrò, infine, a far parte della famiglia salesiana come membro cooperatore. Dopo un periodo di lunga sofferenza Nino si spense il 2 marzo 2007 .
La storia di Nino Baglieri è la storia di un eroico vissuto, animato dallo spirito Santo e dalla fede in Dio, che ci insegna e ci fa capirà quanto la fede sia importante per noi, poiché è soltanto con essa che le cose impossibili diventano possibili.
di Sofia Ruta