Accogliamo e pubblichiamo nel nostro periodico un articolo redatto da una studente di un Istituto di istruzione Secondaria di Ispica. Nel segno di un bel rapporto di collaborazione e della presenza dei ragazzi – studenti che continuano a motivare e provocare riflessioni stimolanti su tematiche che oggi più che mai catturano la nostra attenzione e motivano il nostro impegno di cittadini del mondo. Grazie alla nostra studente e alla prof.!
“Stiamo governando la globalizzazione o la globalizzazione governa noi?”
Questa la domanda di José Mujica, ex presidente uruguaiano distintosi durante il suo mandato per il suo animato attivismo verso le sfide alle quali è chiamata a rispondere l’umanità, e questa è anche la domanda che noi studenti della classe II CS e II A Cl dell’Istituto Superiore G. Curcio di Ispica ci poniamo.
Per provare a rispondere a questa domanda abbiamo accolto con entusiasmo l’iniziativa lanciata dalla nostra professoressa Giuseppina Franzò: una giornata no-global!
Ci siamo chiesti come sarebbero oggigiorno una società e una socialità non globalizzate. Con le difficoltà e i mille interrogativi di una generazione figlia della globalizzazione abbiamo cercato di immaginarlo. E per un giorno in classe abbiamo detto no alla globalizzazione.
Dai vestiti e la merenda fino alla privazione dei cellulari. Via i jeans, i distributori, i grandi marchi e qualunque altra cosa possa omologarci. Indumenti che non avremmo mai messo per paura di essere considerati “diversi”, il ritrovo di una collettività che non ha bisogno dei social network. Una giornata lontana da ogni influenza, alla riscoperta di noi, di chi abbiamo a fianco e delle tradizioni, anche quelle culinarie.
«Un’attività stimolante, ho realizzato solo oggi quante innumerevoli cose ci siano da scoprire delle persone con cui condividiamo gran parte delle nostre giornate.”
«Dovremmo trarre dalla globalizzazione soltanto gli aspetti positivi: oggi abbiamo scoperto come la continua ricerca dell’approvazione altrui non lo sia, tutti i giorni dovremmo essere noi stessi, senza alcuna paura di non essere “alla moda”.»
Queste sono solo alcune dichiarazioni tratte da questa insolita giornata, che ci ha coinvolti più di quanto noi stessi ci saremmo aspettati.
Con il pretesto di una giornata diversa dalle altre abbiamo ravvisato il peso della globalizzazione all’interno delle nostre vite, della nostra quotidianità, e ci siamo promessi di celebrare ogni giorno la bellezza della diversità.
Se è vero che la globalizzazione ( termine coniato negli anni ’90) indica un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo ed è anche vero che tra gli aspetti positivi vanno annoverati la velocità delle comunicazioni e della circolazione di informazioni, l’opportunità di crescita economica per nazioni a lungo rimaste ai margini dello sviluppo economico mondiale, la riduzione dei costi per il consumatore grazie all’incremento della concorrenza, troppo spesso è soprattutto vero che proprio questi aspetti non sono che frutti di un processo di sfruttamento, di una globalizzazione dell’indifferenza.
di Morena Di Tommasi II CS Istituto Curcio Ispica
(In foto: La classe II CS – Istituto Curcio Ispica)