L’undici gennaio duemilaventidue ricorre il 329° anniversario del terremoto del 1693 che distrusse la vecchia Ispica, allora Spaccaforno. Ancora oggi gli ispicesi ricordano con profonda commozione, seppur trascorsi secoli, quel triste e doloroso evento.
Alle ore 15 in punto, lo scampanio simultaneo di tutte le chiese di Ispica fanno rivivere quel tragico momento in ricordo delle numerose vittime che perirono sotto le macerie: “all’unnici ‘i jnnaru, a vintinura fu pi tuttu lu munnu ‘na ruina. Piccili e ranni sutta li tumpuna…”. Nella parte storica della città le donne più anziane si inginocchiano davanti all’uscio di casa e pregano a mani unite. Sul campanile dell’Annunziata, i ragazzi con lo sguardo rivolto alla Cava Ispica, scandiscono a turno i tocchi delle cinque campane il cui suono giunge fino alle rovine dell’Antica Chiesa al Parco Forza.
Quel giorno, sotto le macerie dell’Annunziata, anche il Venerato Simulacro del Santissimo Cristo che Porta la Croce andò distrutto. La commovente devozione dei nunziatari vide nella nuova Basilica riedificata nell’attuale sito, un nuovo trittico realizzato nel 1729 dallo sculture netino Francesco Guarino in cui primeggia l’inimitabile Volto di Gesù sofferente. Negli ultimi mesi, il simulacro è stato interessato da un certosino e sapiente restauro ad opera del maestro Serafino Bauso, commissionato dai confrati dell’Arciconfraternita della Santissima Annunziata che hanno donato l’intervento.
Sotto l’attenta vigilanza della Sovrintendenza di Ragusa e della Curia di Noto, il restauro ha riguardato la vara processionale. In particolare è stato rifatto il tetto con l’eliminazione dell’argento ossidato con una nuova applicazione della foglia d’argento ed è stata ritoccata anche la parte in foglia d’oro; sono state rifatte le colonnine portanti con l’applicazione della foglia d’argento; il basamento superiore, ai piedi del trittico, è stato ripitturato; è stata ricostruita, nelle parti mancanti, la cornice perimetrale del tetto; è stato ritoccato con foglia d’oro il basamento nelle sole parti ossidate; è stato rifatto tutto l’impianto elettrico con la sostituzione dei portalampade e sostituite le lampade ad incandescenza con quelle a led; infine, si è proceduto al trattamento antitarme.
Terminato il restauro i Confrati riuniti in assemblea hanno deciso il ritorno del Santissimo Cristo che porta la Croce nella sua nicchia proprio l’undici gennaio, anniversario del terremoto del 1693, nel ricordo di quella che fu una immane tragedia per gli ispicesi. Il Simulacro, eccezionalmente, sarà esposto in Basilica per l’intera giornata e, dopo la Santa Messa delle 19, risalirà per tornare in mezzo al popolo ispicese il prossimo Venerdì Santo, giorno della passione del Signore, caro alle famiglie ispicesi e alla famiglia della comunità nunziatara.
di Tommaso Gregni
- – Presidente dell’Arciconfraternita della SS. Annunziata –
(In foto: il Simulacro del SS. Cristo con la croce nella sua vara processionale al termine del restauro)
1 commento
Complimenti Tommaso per il tuo delicato articolo ,ricco,tra l’altro, di particolari.Mi sono ,piuttosto,commossa.Bravissimo.