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La tribù dell’Avvento

da Maria Sacchetta
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Sabato scorso un sabato di catechesi come tanti, un gruppo della nostra parrocchia ha voluto attuare un incontro di catechesi diverso dagli altri.

Le catechiste, (che stanno preparando questi bambini a ricevere l’eucarestia), avevano notato nei bambini una certa stanchezza che si manifestava in carenza di attenzione, distrazione e scarso interesse.

Nelle ultime settimane, i ragazzi erano stati sottoposti ad attività di catechesi pensate in vista della preparazione alla prima comunione. In più essendo il numero dei ragazzi sempre più elevato, il gruppo già da inizio anno era stato diviso in due sottogruppi, viste anche le ristrettezze dell’emergenza covid.

Considerato tutto ciò nasce l’idea di lasciare da parte, per le ultime lezioni prima del Natale, quaderni e quant’altro e avventurarsi in un paio di incontri gioco che hanno come obiettivo, far lavorare insieme tutti i componenti della classe di catechesi, (parliamo di 40 e passa bambini), e di rinsaldare le relazioni.

Così si decide di chiedere aiuto ad un papà che ha esperienza di scoutismo, oltre ad essere stato per molti anni responsabile dei giovani e animatore del grest.

Ed ecco che da un incontro programmatico nasce l’idea della tribù dell’avvento, tutti i bambini travestiti da indiani, suddivisi in quattro tribù che prendono il nome dalle candele dell’avvento: speranza, salvezza, gioia, angeli.

Si è iniziato l’incontro con la preghiera dell’avvento presentata ad inizio percorso e ripetuta quasi ogni sabato. Si è spiegato, brevemente, il perché dell’incontro comune e si è dato il via alle attività. I partecipanti si sono calati nel personaggio trucco, fascia in testa, candela al posto della piuma. Ci si è seduti a terra come gli indiani a gambe incrociate salutandosi come tali.

I giochi, tiro alla fune: prima un singolo contro una squadra poi due singoli contro un’altra squadra e così via, per far capire che da soli non si va da nessuna parte, e solo insieme si è forti.  Giochi a coppie con la pittura a dita, canti accompagnati con la chitarra, suonata sapientemente dal nostro papà tutor… (come lo abbiamo ribattezzato).

Risultato: i ragazzi si sono divertiti i catechisti ancora di più, la responsabile del post cresima che è venuta in aiuto, visto l’alto numero dei partecipanti, è stata trascinata nel gruppo e si è divertita anche lei. In un piovoso sabato mattina di dicembre, c’era il sole, dentro il salone dell’Annunziata.

Un bellissima mattinata, un bellissimo incontro, caricato anche di senso e cioè: “SOLO SE SI STA INSIEME COME GRUPPO SI VINCE”.

Alla fine dell’incontro una tra le bambine, tra le più perspicaci, dice ad una catechista, “oggi non abbiamo usato il quaderno, ma abbiamo riempito il cuore e conosciuto nuovi amici”.  Si è vero cuori gonfi di gioia, e ricchi di contenuto.

Se riuscissimo ogni incontro a trasmettere questo ai bambini, che quella felicità vissuta in quel momento non è così difficile da mantenere, basta curarla e corteggiarla. Perché se ci si aiuta gli uni con gli altri se ci si dà una mano si può volare veramente alto. E noi siamo fatti per volare alto.

La catechesi esperienziale può aiutare molto in questo, gioco, unito a contenuti, sceverato con un po’ di allegria può far sì che i nostri ragazzi assaporino la gioia dello stare insieme. E come al solito, cominciamo da noi adulti, unendo le forze (catechiste, famiglie, educatori del post) diamo l’esempio, che solo uniti si va lontano, e i bambini/ ragazzi ci seguiranno.

1 commento

rosariapiazfz36 il .i 14 Dicembre 2021 - 10:50

Complimenti Maria per il tuo interessante articolo,complimenti a voi catechiste ed al papà tutor.Veritiero l’ultimo periodo
” Diamo l’ esempio che solo uniti si va lontano ed i bambini ed i ragazzo ci seguiranno i “

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