“Pronti, partenza, vita!” è il leitmotiv che sta caratterizzando i campi estivi, organizzati per i bambini e i ragazzi che frequentano la catechesi della nostra parrocchia, tutti orientati verso la figura di S. Francesco, i suoi carismi e i tratti della sua spiritualità.
Sicuramente la prima cosa che salta subito all’occhio, guardando questi ragazzi è la ritrovata gioia del piacere dello stare assieme, del potersi incontrare dopo quasi due anni di forzata lontananza, ovviamente il tutto nello scrupoloso rispetto delle norme di prevenzione anti Covid 19.
I campi scuola estivi, quest’anno pensati in alternativa al Grest che da anni caratterizza l’estate nunziatara, rappresentano per la spiritualità dell’Azione Cattolica e la tradizione della nostra parrocchia, un momento di sintesi dell’anno trascorso e motivo di slancio per quello a venire.
In merito al tema francescano di quest’anno, suggerito dal nostro parroco don Manlio, molto suggestiva risulta la scelta del luogo dove si stanno svolgendo le attività estive: i locali del convento dei Frati minori di Ispica.
Qui tutto sembra parlarci della vita e della spiritualità del Santo assisiate, del suo originale modo di vivere la santità e del suo essere attento ai bisogni del fratello.
Nell’incontro propedeutico al campo, organizzato per i catechisti, ci si è soffermati sul fatto che se siamo qui è perché dobbiamo imparare un nuovo modo di amare Dio, noi stessi e il fratello che ci sta accanto.
La generosità è una delle chiavi universali adottate da San Francesco per aprire il cuore ai fratelli che incontriamo sul nostro cammino e che, se riusciamo, dobbiamo imparare fin da subito a far nostra.
Essere amati, in ambito francescano significa consapevolizzare e restituire quell’Amore ricevuto e riversarlo nella propria famiglia, nella parrocchia, verso gli amici o anche semplicemente manifestarlo a chiunque incontriamo nel nostro cammino.
Amare ci predispone verso qualcosa di più grande di noi stessi, un ideale che ci rimanda sicuramente al desiderio più recondito di un luogo migliore rispetto a quello dove trascorriamo le nostre giornate, belle o meno belle che siano.
Dio ci chiama lì dove siamo, dove siamo stati piantati, dove siamo fioriti.
Non esiste un luogo ideale, una famiglia ideale ed un carattere con una propria storia ideale.
Come Francesco impariamo a sintonizzare il nostro cuore con quello di Gesù. Per farlo occorre però sgombrare la mente da mille pensieri. Urge quindi rientrare in sé stessi, preparando il terreno del nostro cuore ad un atteggiamento di attesa gioiosa. In una sola parola predisporsi alle cose sante.
Solo se crediamo fino in fondo, così come avvenne per San Francesco e con tutti gli altri santi, la conferma da parte di Dio non tarderà. Le cose che prima contavano più di ogni altra cosa, ad un certo punto, perdono il loro fascino.
Fondamentale risulta anche il coinvolgimento della comunità tutta, in vario modo interessata alle iniziative estive. Tutti i gruppi della parrocchia sono presenti e operanti, nel servizio e nella dedizione alla cucina e all’animazione. La cura e la generosità dei ragazzi del post cresima è davvero encomiabile. Anche loro, alla scuola di Francesco – culmineranno la loro esperienza nel campo scuola pensato ad Assisi – sono pienamente coinvolti in questa bellissima esperienza per ricevere vita e dare vita: “Poichè così è: dando che si riceve”.
Bisogna fare attenzione affinché tutto questo non sia solo un fuoco di paglia, o solo un dolce ricordo di un lontano campo estivo, carico di grandi desideri, che rischiano di svanire appena usciti da qui.
Chi custodisce Cristo nel proprio cuore è una persona nuova.
Con Dio non ci sono mezze misure. Non esistono discepoli a giorni alterni.
Concludiamo augurando ad ognuno di questi nostri piccoli nunziatari, che sull’esempio del nostro padre San Francesco, possano ascoltare la voce di Dio in maniera semplice e chiara e che questo forte desiderio li accompagni per tutto l’arco della loro vita.
di Donato Bruno
1 commento
Complimenti Donato,mi auguro che questi piccoli” nunziatari” possano ascoltare la parola di Dio con gioia e che,questo desiderio, li possa accompagnare sempre nel loro cammino.