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8 Marzo – Il dono della donna

da Maria Sacchetta
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Chi dice donna dice “danno” recita un vecchio detto, e forse è vero le donne danno. Danno la vita, danno speranza, danno coraggio conforto e amore, danno tutte se stesse per una causa o per il bene comune.

Ma da dove viene questa festa e perché l’esigenza di festeggiare ogni anno il gentil sesso, come viene definito.

Questa ricorrenza e si consolida in pieno clima politico del 900, quando la popolazione femminile comincia a muoversi per vedere riconosciuti i propri diritti. È già dal 1909 che il partito socialista americano lancia l’idea di una giornata dedicata alle donne. Giornata che per la prima volta viene festeggiata il 23 febbraio di quell’anno. La proposta fu subito accettata dall’attivista Clara Zeki (delegata del partito socialdemocratico tedesco e dirigente del movimento operaio), e Rosa Luxemburg, (teorica della rivoluzione marxista e fondatrice del partito socialista polacco e del partito comunista tedesco), che nel 1910 organizzarono la conferenza internazionale delle donne socialiste. Da allora si cercò una data da dedicare alle donne, data che fu identificata nel 8 marzo, in seguito ad alcuni avvenimenti accaduti proprio in quel giorno. La prima data è l’8 marzo del 1911: in una fabbrica di New York alcune operaie stavano scioperando per protestare contro le terribili condizioni in cui erano costrette lavorare. I proprietari della fabbrica per cercare di mettere fine allo sciopero chiusero le porte della fabbrica, ma qualcosa non andò come doveva e scoppiò un incendio in cui persero la vita circa 134 operaie, tra cui molte immigrate italiane. Altro 8 marzo importante è: l ‘8 marzo del 1917, quando in piena prima guerra mondiale, durante la rivoluzione russa di febbraio, le donne scesero in piazza per protestare contro lo zar per vedere riconosciuti i propri diritti. Da tutto ciò la ricorrenza fu confermata l 8 marzo.

In Italia la Festa della Donna iniziò a essere celebrata nel 1922 con la stessa connotazione politica e di rivendicazione sociale. L’iniziativa prese forza nel 1945, quando l’Unione Donne Italia (formata da donne del Pci, Psi, Partito d’Azione, Sinistra Cristiana e Democrazia del Lavoro) celebrò la Giornata della Donna nelle zone dell’Italia già liberate dal fascismo. L’8 marzo del 1946, per la prima volta, tutta l’Italia ha ricordato la Festa della Donna ed è stata scelta la mimosa, che fiorisce proprio nei primi giorni di marzo, come simbolo della ricorrenza.

Questa è la storia recente delle battaglie per vedere affermato la parità tra i sessi, ma se andiamo ad una storia un poco più lontana dobbiamo ricordare il primo grande rivoluzionario, in ogni ambito della nostra vita, cioè Gesù, il maestro che per primo ha acceso la luce sulla parità tra i sessi.

E’ l’intento che questo articolo vuole avere nel nostro periodico. Egli, Gesù, per primo accoglieva le donne tra i suoi discepoli, parlava con loro, le guariva, le proponeva ai discepoli come modelli di comportamento e le rese i primi apostoli della risurrezione, apparendo per prime a loro dopo la Pasqua e inviandole come messaggere del primo annuncio.

La giornata internazionale dei diritti della donna rispecchia una rivendicazione di uguaglianza, che già è stata voluta, e benedetta proprio dal precursore di ogni lotta sociale, il quale con i modi che erano propri dell’epoca riconosceva i diritti delle donne. Non poche sono le parabole in cui le attività femminili erano usate per spiegare i misteri del regno di Dio. Questo dovrebbe far riflettere anche noi comuni mortali su quanta disparità ancora infesti il nostro modo di vivere nell’ambito lavorativo, negli stereotipi, nel linguaggio e su ogni livello culturale.

Non sono poche le parabole, (quella della dramma smarrita, quella del lievito) in cui sono presenti sia il maschile e il femminile in eguale misura, questo a dimostrazione che Dio ha in sé una componente maschile e una femminile (pastore e donna di casa, uomo e massaia) e il suo Regno è per tutti, uomini e donne, senza differenze né discriminazioni. Per questo la festa internazionale della Donna resta un tema di grande attualità. Una ricorrenza in cui si mira a eliminare o quantomeno cercare di smussare le disuguaglianze fra uomo e donna. Festeggiando la figura di colei che da sempre è stata sminuita, si vuole eliminare questa disparità. Finché le diseguaglianze tra i sessi esisteranno, questa ricorrenza avrà motivo di esistere e di essere caricata di senso e di significato anche e soprattutto cristiano.

In una famosa poesia William Shakespeare, scriveva: “in piedi signori davanti a una donna”, e il primo uomo a portare rispetto alle donne è stato proprio Colui che è morto sulla croce per salvare tutta l’umanità dal peccato. E voglio chiudere questa mia riflessione con una frase di Luciana di Meco. “Noi donne rappresentiamo il 50% della popolazione e le madri dell’altro 50%. Cari uomini, guardatevi intorno: ci sono donne dappertutto. Avete veramente bisogno dell’8 Marzo per ricordarvi che le donne esistono?”

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