Era la mattina del 2 Marzo 2007 quando, verso le ore 8,00, il Servo di Dio Nino Baglieri è corso, in tuta e scarpe di ginnastica, incontro al Signore.
Chi è Antonino Baglieri, da tutti conosciuto come Nino?
Nino, di cui è in corso la causa di beatificazione, è vissuto a Modica (RG) dove, dopo le scuole elementari, intraprese il mestiere di muratore ma, a 17 anni, precipita da un impalcatura alta 17 metri: incidente da cui uscirà completamente paralizzato.
È il 6 Maggio 1968.
Da allora trascorrono 10 anni circa dove Nino rimane in solitudine e nella disperazione.
Il Venerdì Santo del 1978, tuttavia, cambia la vita di Nino: riceve la visita di un gruppo di persone del Rinnovamento nello Spirito accompagnate da un sacerdote.
È in questo incontro che egli sente un cambiamento interiore e dice il suo sì al Signore, avvicinandosi alla vita di fede che lo farà uscire dall’inferno dell’isolamento e dall’insensatezza della sofferenza subita.
Nel 1982 entra a far parte della famiglia salesiana e nel 2004 emette la professione perpetua tra i Volontari con Don Bosco fino al giorno della sua morte.
Nell’anniversario della salita al cielo di questo illustre figlio della nostra Chiesa Netina, riportiamo una testimonianza, inviata in redazione da Carmela Giurdanella sul Servo di Dio Nino Baglieri.
Ci sono delle persone che incontriamo e conosciamo in vita ed instauriamo con loro un rapporto duraturo di amicizia in sincerità e gioia tale da renderci felici.
Io non ho conosciuto nè incontrato Nino Baglieri in vita, sapevo ed ero a conoscenza della sua bella testimonianza di fede, avevo tanto desiderio di conoscerlo e di andare a casa sua ma non ne ebbi l’occasione.
Nel Gennaio 2005 quando con don Salvatore Cerruto ed una delegazione della diocesi di Noto andai in Congo, ricordo con gioia la telefonata all’aeroporto di Roma in tardissima serata di don Salvatore che ripeteva gioiosamente come in un disco incantato “Nino, accompagnaci con la tua preghiera, ci pensi a quanto ti ama il Signore?”.
L’entusiasmo di quella telefonata e la gioia che brillava negli occhi di don Salvatore, mi facevano immaginare la bontà e la spiritualità della persona che stava dall’altra parte della cornetta del telefono: Nino, un tetraplegico che ci accompagnava, una vita offerta nel silenzio della sua cameretta, inchiodato nel suo letto di dolore e che sosteneva la chiesa in cammino nel suo gemellaggio.
Tornai da quel viaggio in Africa completamente cambiata, qualcosa di profondo aveva segnato la mia vita, l’Africa con la sua povertà mi aveva talmente affascinata da iniziare un cammino di spogliazione interiore e di conversione nello stile di vita in ogni aspetto…
Molte vicissitudini accaddero dopo quel viaggio missionario…
la morte di mio padre, l’aggravarsi delle condizioni fisiche di mia madre e tutto ciò mi portò ad una scarnificazione sempre più profonda della mia vita personale e relazionale.
Il Signore mi permetteva solo il lavoro assiduo costante esigente in ospedale e il servizio a casa, la cura di mia mamma e la sua presa in carico H24.
Avevo i libri scritti da Nino ma non avevo letto manco un rigo, l’esperienza dolorosa di mia mamma e la sua malattia cronica vissuta con pazienza ed accettazione mi riempivano il cuore e le giornate tanto da non avere spazio per altro se non per la dedizione a lei nella volontà di Dio.
Con la morte di mia mamma nel 2019, tanto tempo nella mia giornata si era liberato e la solitudine mi ha portato ad accostarmi più intimamente alla lettura, iniziai a leggere i libri di Nino Baglieri e mi accorsi di entrare in piena conoscenza dell’anima beata di Nino perché tutto quanto leggevo mi si imprimeva nella mente come se scritto e comunicato da lui stesso in una comunione profonda di spirito. Eravamo diventati amici dal cielo, Nino mi aveva offerto la sua amicizia e mi scriveva dal cielo al di là delle parole scritte nei suoi diari.
La santità profusa nei suoi scritti emana una forza prorompente nell’anima di chi legge perché ciò che è scritto è esperienza incarnata dell’Amore di Dio che ha operato meraviglie nella vita spezzata di Nino e resa sorgente di acqua viva.
Solo i Santi riescono a parlare al cuore e Nino questo ha fatto con me, mi ha comunicato il suo spirito amicale e la sua protezione, la sua parola, scritta miracolosamente da una lingua resa da Dio “stilo di scriba veloce” , effonde tuttora liete parole alla mia anima cantando il grande poema di Dio ( Salmo 44).
Lodo il Signore perché mi ha donato Nino come amico del cielo per vivere insieme a lui la spiritualità dell’offerta gioiosa a Dio nella sponsalità della croce, talamo ed altare del mistero d’Amore di Gesù crocifisso e glorioso.
Grazie Nino, per avermi preso per mano e custodita dal Cielo. Appartengo ai tuoi amici, Nino, a quelli resi tali da te in Cielo e per questo ti dico: “Attiraci, dietro a te corriamo” e portaci tutti in Paradiso da Gesù, Giuseppe e Maria.
Ti vogliamo bene immensamente e tu ancora di più.
Carmela Giurdanella